Torniamo ad occuparci dei rumori in condominio, tema particolarmente gettonato non solo tra vicini di casa privati ma, soprattutto, quando al piano terra è presente un’attività commerciale. La differenza fondamentale è che, in questo secondo caso, non siamo di fronte a rumori in condominio sporadici, per quanto possano essere intensi o molesti, ma costanti.
Il rumore acustico delle attività commerciali e negozi in condominio è facilmente immaginabile anche da chi non si è mai trovato in maniera diretta in questa situazione: tutte le mattine presto le serrande si sollevano, poi ci sono le voci o gli schiamazzi dei clienti per tutto il giorno o la sera (in base al tipo di attività), per non parlare della musica se si tratta di locali fino a che le serrande non vengono tirate nuovamente giù.
Risarcimento danni rumori in condominio: la prova audio
Chi stabilisce la soglia di tollerabilità consentita dei rumori in condominio? Non esistono valori fissi validi in assoluto. A fare la differenza infatti può essere anche il contesto abitativo. In altre parole un rumore che in aperta campagna sarebbe perfettamente udibile e molesto, in pieno centro in città potrebbe risultare irrilevante.
Tecnicamente si parla di valore Leq, ovvero livello equivalente (che significa medio). Significa che per valutare la tollerabilità di un rumore occorre considerare il contesto in cui esso si inserisce.
Concludendo, quindi, gli inquilini non possono pretendere il risarcimento dei danni per rumori in condominio causato da un negozio o attività commerciale senza prova audio del rumore ambientale, ossia del rumore di fondo. Mancando questo elemento infatti manca in pratica la prova del danno subito e non si può confermare la fattispecie di inquinamento acustico.
Su questo assunto una recente sentenza ha negato ai condomini il risarcimento dei danni mancando all’uopo la prova della registrazione audio sebbene fosse stata fornita una consulenza tecnica dell’inquinamento acustico.
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