In Russia, i bond governativi a 2 anni denominati in rubli rendono il 13,7%, il livello più alto tra le maggiori 45 economie del pianeta. Troppo appetibili per non farsi due conti e riflettere sull’opportunità di investirci. Perché se per un risparmiatore russo sarebbe un’operazione in perdita, data l’inflazione attuale nel paese al 16%, un investitore europeo, dove i prezzi sono nel peggiore dei casi fermi, si tratterebbe di guadagno puro. Al confronto, sembra poco l’8,5% offerto dalla Turchia, mentre appare ridicolo lo 0,7% pagato per la medesima scadenza dal Tesoro USA, un’offesa i rendimenti negativi di paesi come Germania e Svizzera.
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Bond e azioni Russia
E parliamo dei bond di un paese, il cui debito pubblico è appena al 16% del pil. Tanto per fare un raffronto, l’Italia ha un debito pubblico al 132% e la stessa virtuosa Germania al 72%. Tra le grandi economie, meglio di Mosca su questo punto fa Hong Kong, dove il debito pubblico è di qualche punto percentuale. Per quanto in calo, le riserve valutarie russe ammontano ancora a 365 miliardi di dollari, in grado di coprire i pagamenti di bond pubblici e privai (società e banche) per i prossimi 2 anni. APPROFONDISCI – Russia, Putin alla banca centrale: non vendere le riserve per difendere il rublo Passiamo al capitolo sulle azioni. L’indice Micex alla Borsa di Mosca mostra i prezzi dei titoli a un multiplo di 5,9 gli utili attesi nei 12 mesi, il 51% in meno della media delle economie emergenti e al di sotto anche della media storica della stessa Russia. In pratica, le azioni moscovite sarebbero a buon mercato, quindi, da comprare.
Crisi rublo
Tutto bene, perciò? In realtà, i rendimenti allettanti nascondono qualche rischio di non poco conto.
Il
rublo si è deprezzato nell’ultimo anno del 41%, anche se sembra essersi stabilizzato dall’inizio del 2015, attestandosi a un cambio con il dollaro in zona 61-62. Il deprezzamento deriva dal crollo delle quotazioni del
petrolio, quasi dimezzate in un anno, ma in risalita nell’ultimo mese e mezzo. Se il trend per il greggio dovesse tornare discendente, la valuta russa ne risentirà certamente in maniera diretta, visto che la Russia è il primo produttore al mondo di petrolio e gas e dalla loro vendita deriva il 46% delle entrate fiscali.
APPROFONDISCI – Russia, il rublo guadagna il 12% da inizio mese. Svolta o rally momentaneo? La crisi del rublo, però, ha a che fare anche con le tensioni tra Russia e Occidente sul caso Ucraina, che spaventa gli investitori e accelera i deflussi dei capitali, schizzati a 140 miliardi di dollari nel 2014 dai 63 dell’anno precedente. Le
sanzioni di USA e UE contro Mosca si traducono in una restrizione all’accesso al credito internazionale per il governo, le società e le banche russe, i quali fanno sempre più fatica a rifinanziare i loro debiti in scadenza, anche se nelle ultime settimane, grazie alla distensione con l’Ucraina e alla risalita del rublo, la domanda si è fatta più vivace e sono state riaperte, ad esempio, le aste governative per collocare nuovo debito. Si tenga presente che il mix tra alta inflazione,
crisi valutaria, crollo dei
prezzi energetici e sanzioni finanziarie ha già portato l’economia russa in recessione, con il pil atteso in calo quest’anno tra il 3% e il 4%. Insomma, prima di guardare alle opportunità in tema di investimenti in Russia, sarebbe bene tenere presenti i fattori qui elencati sommariamente.
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