Continua a rafforzarsi il rublo, che nel primo pomeriggio di oggi mostra un cambio di 56,78 contro il dollaro, in crescita dell’1%. Solo nell’ultimo mese, la valuta russa ha guadagnato il 7% contro il biglietto verde, dopo averne perso il 46% nel solo 2014. Dall’inizio dell’anno, il rialzo è stato di oltre il 2%. C’è ottimismo in Russia per il futuro del rublo, tanto che il Ministero delle Finanze si è lanciato in stime piuttosto ottimistiche. APPROFONDISCI – Russia, rally del rublo a quota 58 contro il dollaro. Vediamo perché
Previsioni rublo incoraggianti
Secondo il governo, il picco del declino dovrebbe essere raggiunto a maggio, quando un dollaro varrà 58,20 rubli, ma tra agosto e settembre, spiega lo studio, quali che saranno le quotazioni del petrolio, il rublo si rafforzerà secondo un trend costante, portandosi a un cambio di 55 contro il biglietto verde all’inizio del 2016 e fino a 40 entro il 2018, almeno nello scenario migliore.
Le stime si basano sulla previsione di un prezzo del petrolio a 60 dollari al barile nel 2015, salendo a 80 dollari agli inizi del 2018 e fino a sfondare la soglia dei 100 dollari entro la fine di quell’anno. Da considerare, poi, la possibilità che le sanzioni finanziarie di USA e UE contro Mosca possano essere allentate e anche eliminate nei prossimi mesi. E l’analista forex Alain Afanasyev non esclude che il cambio, una volta sceso sotto quota 57, come in queste ore, possa portarsi presto nel range 54,50-55.
APPROFONDISCI – Russia, Putin: ora più libertà in economia. E i depositi bancari tornano a crescere
Legame con quotazioni petrolio
A dare una grossa mano al rublo è oggi l’impennata del prezzo del Brent, salito del 4% fin quasi la soglia dei 60 dollari al barile, in seguito ai raid aerei dell’Arabia Saudita contro i ribelli nello Yemen, paese che produce appena 133 mila barili al giorno, ma le cui tensioni interne potrebbero bloccare uno stretto, dal quale ogni giorno transitano 3,8 milioni di barili di greggio.
Alle quotazioni attuali, un barile di petrolio vale in Russia oltre 3.370 rubli, circa il 15% in meno di appena 9 mesi fa, ma più dei 3.200 delle precedenti sedute, segnalando che il cambio potrebbe realmente stazionare in quest’area, anche se è molto probabile che, cessate (si spera presto) le tensioni nel Golfo Persico, il prezzo del greggio registri un deciso calo, dati i fondamentali abbastanza deboli per il relativo mercato, con l’offerta apparentemente in accelerazione sulla domanda. Il rafforzamento del rublo rappresenta una buona notizia per le famiglie, poiché l’inflazione, salita al 16,7% a febbraio, ai massimi da 13 anni, potrebbe decelerare prima del previsto, attutendo la perdita del potere di acquisto degli stipendi e la recessione in corso dell’economia.
APPROFONDISCI – Russia: rublo a +2,7% in una settimana contro il dollaro, ma restano i dubbi