Un altro record storico per il prezzo del gas in Europa, che ieri è salito fino a un massimo di 188 euro per MWh in Olanda, mercato “benchmark” per il Vecchio Continente. In Germania, sono stati siglati contratti fino a 280 euro per MWh, anche in questo caso un massimo di sempre. Su base annua, la materia prima vola del 1.040%. Rincari mai visti e che rischiano di esacerbare quelli già accusati dalle famiglie, nonché di alimentare una spirale inflazionistica perversa.
E’ accaduto che già nel fine settimana l’operatore tedesco Gascade avesse registrato forniture in arrivo dalla Russia per il 5-6% della capacità attraverso il gasdotto Yamal che passa per la Polonia.
Nel frattempo, la fornitura di energia nucleare in Francia è scesa per la manutenzione ad alcuni impianti, mentre la produzione eolica in Germania è ai minimi da diverse settimane. Tutti fattori concomitanti, che stanno facendo esplodere il prezzo del gas. Il punto è che i governi non possono neppure fare affidamento sulle riserve, già nettamente più basse della media stagionale. Ed ecco che si allunga l’ombra di rincari più duraturi dello stesso inverno, proprio in quanto tutti gli stati europei, chi più e chi meno, anche in primavera dovranno tenere alta la domanda per rimpinguare le riserve.
Prezzo gas su con tensioni Europa-Russia
Dietro all’interruzione delle forniture dalla Russia vi sono evidentemente problemi geopolitici. Mosca e Bruxelles sono ai ferri corti sui due dossier sopra accennati. Le autorità tedesche hanno negato i permessi per attivare il gasdotto Nord Stream per questo inverno, finendo per aggravare la carenza di gas nel continente.
Sta di fatto che questi rincari siano insostenibili a tutti gli effetti. Finora, i governi sono intervenuti contro il caro bollette con misure fiscali e di sostegno alle famiglie meno abbienti. Tuttavia, esse non sono sufficienti a tenere le tariffe sotto controllo, meno che mai adesso che i costi stanno salendo ulteriormente. Il rischio è di dover intervenire per tagliare la domanda, così come ha già fatto la Cina negli ultimi mesi, di fatto fermando la produzione degli impianti più energivori. L’alternativa sarebbe far morire di freddo le famiglie nel Nord Europa, dove le temperature in inverno non perdonano. E, dunque, la crisi del gas si tradurrà in un rallentamento dell’economia europea, già in corso con le nuove restrizioni contro il Covid e la diffusione della variante Omicron.