Ryanair, la fuga dei piloti: cosa succede nella compagnia nel racconto di un ex-pilota – Alitalia avvisata!

Alitalia potrebbe essere rilevata in parte da Ryanair: ecco cosa attenderà i lavoratori qualora ciò dovesse accadere davvero. Incredibile nel XXI secolo.
7 anni fa
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Si tratta di una situazione lavorativa davvero ai limiti della sopportazione quella che devono vivere gli impiegati della Ryanair: si capisce bene, dunque, il motivo per cui si parla sempre di più di fuga di piloti dalla compagnia. Il Sole 24 ore ha raccolto la testimonianza di un ex-pilota che ha raccontato, per grandi linee, quello che accade nella compagnia low-cost più famosa al mondo: innanzitutto, nessuna tutela in caso di malattia, le ferie non vengono pagate e il contratto assomiglia più alla nostra partita IVA.

Insomma, il commento iniziale del pilota è il seguente: “Appena può uno se ne va. Fino a poco tempo fa il mercato era fermo, adesso si è riaperto”. E questa sarebbe la compagnia a cui il governo intenderebbe vendere Alitalia.

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Le condizioni di lavoro in Ryanair nel racconto di un ex-pilota

Il caos che ha colpito Ryanair potrebbe essere causato anche da questa fuga di piloti. Ecco come esordisce l’ex pilota nell’intervista: “Le mie ferie? Un mese all’anno. Senza ricevere alcuna retribuzione. La malattia? Per un giorno basta l’autocertificazione. Oltre serve un certificato in lingua inglese. La malattia è retribuita? Si capisce bene dalla busta paga che è un rimborso spese per ore volate”. Niente ferie né malattia. Che tipologia di contratto si sottoscrive con Ryanair? La risposta è sintomatica: “si tratta di una partita Iva, in cui si percepisce un rimborso spese per ora di servizio schedulata e volata” e “se non si strappa un contratto di lavoro dipendente, direct, come accade alla maggior parte dei piloti, si deve aprire una Limited, in Irlanda. Si può essere in più persone. Poi si viene assunti attraverso un’agenzia interinale”.

Come funziona l’assunzione? Semplice: appena un paio di settimane con il comandante istruttore (non pagate) e, all’inizio, lo stipendio è di 20 euro per ogni ora di volo; poi si può arrivare, con il tempo, anche a 50 euro, e, da comandante, 90 euro.

E le tasse? “Se uno apre un conto corrente in Irlanda e fa arrivare lì le buste paga, in Italia risulta nullatenente. Altrimenti si può compilare il modello Unico”. Facile, vero?

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La fuga da Ryanair

L’unica buona notizia in questo caos di Ryanair è che, grazie ad un’apertura in questo mercato, sempre più dipendenti possono andare via dalla compagnia, per ottenere situazioni lavorative migliori. Ryanair ha scoperto, insomma e all’improvviso, che i piloti hanno necessità di prendere ferie e che un lavoratore non può essere trattato in questo modo: anche se l’azienda si difende, è chiaro che quanto sta succedendo con la cancellazione dei voli è dovuto proprio a questa politica di management ai limiti dello schiavismo. Che si sappia, ogni volta che approfittiamo di un prezzo del biglietto così basso. E , soprattutto, riflettiamo bene: cosa potrebbe accadere a Alitalia se venisse davvero, seppure in parte, acquisita da Ryanair?

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