La compagnia aerea low cost Ryanair riparte dal 1 luglio, data in cui ha deciso di ripristinare i voli ormai fermi da marzo ossia da quando è iniziata l’emergenza coronavirus in tutta Europa che ha bloccato la maggior parte dei voli e dei vettori aerei.
Ryanair al via da luglio ma con regole
Dalla data del 1 luglio, Ryanair ripristinerà il 40 per cento dei voli nelle 80 basi europee, mille voli al giorno nel 90 per cento delle destinazioni coperte dal vettore, ma Michael O’Leary ha già voluto chiarire che non ci saranno i famosi posti vuoti centrali, idea da sempre bocciata dal fondatore della compagnia.
La low cost più famosa d’Europa insomma, ha deciso di ripartire da luglio ma con il 40 per cento dell’operativo voli e circa il 50 per cento del personale di bordo. Michael O’Leary ha infatti chiarito che al momento mancano 3mila dipendenti e che non c’è lavoro per tutti ma dalla stagione autunnale la previsione è di volare con il 60 per cento dell’operativo: “A luglio e agosto c’è un’alta probabilità che le persone vorranno scappare per un paio di settimane per recuperare dal trauma del lockdown. Gli aerei non funzioneranno al massimo e saranno pieni al 50-60 per cento. Ci vorrà del tempo per ricostruire la fiducia dei passeggeri” ha detto O’Leary.
In ogni caso si pensa che l’operatività dei voli non riprenderà se resteranno le misure di contenimento e distanziamento sociale voluto dai governi che prevedono meno passeggeri a bordo per rispettare il distanziamento sociale.
Ripresa graduale
Intervistato dal Corriere, il chief commercial officer O’Brien, ha chiarito che si tratterà di una ripresa graduale che è strettamente legata agli spostamenti delle persone considerando che in Italia, ad esempio, è ancora impossibile uscire dalla propria Regione. O’Brien ha anche sottolineato che nelle ultime settimane si sono registrate varie ricerche di voli da Nord a Sud Italia, ecco perché nel piano c’è l’intenzione di operare 2.000 voli alla settimana da e per l’Italia. Per quanto riguarda la misura relativa al distanziamento, il chief ha sottolineato che si tratta di misure inutili visto che “Nemmeno bloccando il posto centrale della fila ci riesci: sono 45 centimetri, comunque insufficienti” e quindi basterebbe coprire naso e bocca. Tra le iniziative per far ripartire il settore aereo invece, secondo O’Brien, c’è l’abolizione della tassa municipale mentre la speranza è quella di tornare ad operare con il 60 per cento dei voli tra agosto e settembre, fino ad arrivare all’80 per cento tra marzo e ottobre 2021.
Sul tema del distanziamento sociale e il divieto di vendere il posto centrale è intervenuta anche la Iata che ha confermato come sia economicamente insostenibile per le compagnie aeree. Da un rapporto è emerso che solo 4 su 122 compagnie aeree sopravviverebbero.
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