Saldo IMU Abitazione principale, le casistiche di esonero per superare i controlli

I coniugi che hanno residenza e dimora abituale separata hanno entrambi diritto all’esonero IMU per l'abitazione principale
12 mesi fa
4 minuti di lettura
IMU abitazione principale, categorie di lusso e NON lusso (elenco)
Foto © Licenza Creative Commons

Entro il 18 dicembre deve essere pagato il saldo IMU. Sono confermate tutte le ipotesi di esonero dal versamento compresa quella che riguarda l’IMU per l’abitazione principale. Detto ciò, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, sentenza n° 209 depositata in data 13 ottobre 2022, i coniugi così come i componenti delle unioni civili hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Considerando che l’esenzione o comunque l’agevolazione IMU può essere loro riconosciuta. Essendo sufficiente, a tal fine, che la dimora e la residenza nello stesso immobile sia verificata solo rispetto al possessore dell’immobile stesso.

E non per tutto il nucleo familiare.

Detto ciò, in questo approfondimento andremo a riprendere le diverse casistiche rispetto alle quali è confermata l’esenzione IMU.

Il versamento del saldo IMU

Come detto in apertura, ci sarà tempo fino al 18 dicembre per pagare il saldo IMU 2023.

A tal proposito, il calcolo dell’importo da pagare, dovrà tenere conto delle aliquote e dei regolamenti pubblicati sul sito internet del Dipartimento delle finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze, entro lo scorso 28 ottobre. Il Comune era tenuto a inserire il prospetto delle aliquote e il testo del regolamento, entro il termine del 14 ottobre nel portale del federalismo fiscale.

Laddove il Comune non abbia provveduto all’inserimento delle aliquote sul portale del Federalismo Fiscale, il saldo dovrà essere versato sulla base delle aliquote 2022. In tale caso dunque, rata di acconto e saldo coincideranno, essendo entrambe pari al 50% del quantum dovuto.

Dal 2024, in mancanza di una delibera approvata e pubblicata si applicheranno le aliquote base previste dai commi da 748 a 755 dell’art. 1 della Legge n. 160/2019. Le aliquote di base troveranno applicazione sino a quando il Comune non approvi una delibera secondo le modalità di cui al Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 7 luglio 2023.

Si veda a tal proposito il decreto 7 luglio 2023 del Ministero dell’economia e delle finanze, GU Serie Generale n.

172 del 25-07-202.

Con il DL 132/2023, c.d. decreto Proroghe, è stato spostato dal 2024 al 2025, l’obbligo per i Comuni di redigere la delibera di approvazione delle aliquote dell’IMU tramite l’elaborazione del Prospetto, utilizzando l’applicazione informatica messa a disposizione sul portale del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Da qui anche il discorso sull’applicazione delle aliquote base dal 2024 slitta al 2025. E dovrebbe essere valevole solo per tale anno. Sino a quando il Comune non approvi una delibera secondo le nuove modalità.

L’esenzione per l’abitazione principale

Fatta tale necessaria ricostruzione veniamo al discorso relativo all’esonero IMU per l’abitazione principale.

Prima dell’intervento della Corte Costituzionale, l’esonero IMU per l’abitazione principale era subordinato al rispetto di alcuni requisiti relativi alla dimora abituale e alla residenza.

Per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale o in comuni diversi, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile scelto dai componenti del nucleo familiare (1). Per pertinenze dell’abitazione principale si intendono esclusivamente quelle classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, nella misura massima di un’unità pertinenziale per ciascuna delle categorie catastali indicate, anche se iscritte in catasto unitamente all’unità ad uso abitativo;

Nei fatti, dopo la diatriba tra MEF e Giurisprudenza, con il DL 146/2021, il legislatore aveva disposto che nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi, l’esenzione o l’agevolazione IMU vale sempre e solo per un immobile.

Al di là del fatto se gli immobili siano nello stesso territorio comunale o in comuni diversi.

Cambia tutto dopo la sentenza della Corte Costituzionale

La Corte Corte Costituzionale, sentenza IMU abitazione principale n° 209 depositata in data 13 ottobre 2022, ha ritenuto illegittimo ossia contro i principi costituzionali la suddetta norma, in quanto lesiva dei diritti dei coniugi e delle componenti delle unioni civili rispetto alla semplici coppie di fatto i cui componenti, sino a che il rapporto non si stabilizzi nel matrimonio o nell’unione civile, hanno diritto ad accedere all’esenzione IMU per la rispettiva abitazione principale.

Da qui, la Corte Costituzionale ha stabilito che:

  • i coniugi che hanno residenza e dimora abituale separata ossia in due immobili diversi, hanno entrambi diritto all’esonero IMU per la propria abitazione principale;
  • ciò anche laddove i due immobili si trovano nello stesso Comune o in un Comune differente.

Dunque, la dimora e la residenza nello stesso immobile deve essere verificata solo rispetto al possessore dell’immobile stesso e non per tutto il nucleo familiare.

Se si tratta di un immobile di lusso, sarà comunque riservato al/i coniuge/i l’aliquota agevolata e una detrazione di 200 euro. Da rapportare ai mesi e alla percentuale di possesso.

Controlli su prima e seconda casa

Dopo questo cambiamento pro contribuente però si sono intensificati i controlli IMU sull’abitazione principale in precedenza seconda casa.

Da qui, è possibile elencare una serie di casistiche che legittimano l’esonero dal pagamento dell’IMU. Tali ipotesi valgono anche ai fini del saldo IMU, laddove ci sia stato il passaggio IMU nel 2° semestre da 2° casa ad abitazione principale.

Detto ciò, non dovrà essere versata l’IMU nei seguenti casi:

  • unico immobile abitazione principale;
  • due immobili abitazione principale in Comuni diversi;
  • due immobili abitazione principale nello stesso Comune.

In caso di possesso di due immobili, di cui uno “seconda casa” l’agevolazione IMU vale solo per l’abitazione principale.

L’esenzione/agevolazione Imu non spetta in presenza di due immobili in Comuni diversi, con dimora abituale tra coniugi nello stesso immobile, ma con residenza diversa.
In questo caso, l’agevolazione IMU spetta solo per l’immobile in cui uno dei coniugi ha sia la residenza anagrafica che la dimora (sempre se proprietario dell’immobile o titolare del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie sull’immobile).

Riassumendo…

  • Entro il 18 dicembre deve essere versato il saldo IMU 2023;
  • sono confermate tutte le ipotesi di esonero dal versamento compresa quella che riguarda l’abitazione principale;
  • niente IMU per gli immobili abitazione principale di ognuno dei coniugi.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

settimana bianca a Capodanno
Articolo precedente

Risparmiare durante la settimana bianca, ecco il decalogo degli esperti

Imu
Articolo seguente

Novità aliquote IMU, tutto rinviato al 2025 (decreto Proroghe)