La chiusura di sale gioco e scommesse in questo periodo di pandemia è stato un terribile errore. Gli italiani sono per natura assidui scommettitori e privarli della possibilità di giocare nelle sale è stato controproducente.
Così facendo lo Stato perde introiti derivanti dai giochi delle sale autorizzate con la conseguenza che le entrate fiscali si sono assottigliate. Uno dei settori più fiorenti da questo punti di vista è stato quindi stroncato. Non solo: mai come in questo periodo c’è stato un boom di giochi e scommesse illegali.
Giochi e scommesse, lo Stato perde
La conferma arriva da una indagine di Agimeg che ha raccolto ed elaborato i dati relativi alle operazioni, riguardanti il mercato del gioco in Italia. Indagini effettuate da Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato, Direzione Distrettuale Antimafia e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
I periodi messi sotto osservazione dalle autorità sono stati gli anni 2019 e 2020. Si è passati da una piena attività a un crollo verticale di introiti per giochi e scommesse con i lockdown imposti dal governo.
Per contro sono esplose le attività di gaming clandestine, tanto al Nord quanto al Sud del Paese. Insomma, gli scommettitori hanno comunque e sempre trovato il modo di giocare d’azzardo. Con o senza regole.
Cresce l’evasione fiscale
Secondo i dati raccolti dai militari, la chiusura di sale giochi e scommesse ha fatto crescere l’attività illegale del 50 per cento. Se, infatti, nel 2019 il gioco illegale era stimato in 12 miliardi di euro all’anno, nel 2020 è salito a 18 miliardi. E per il 2021 la cifra potrebbe tranquillamente superare quota 20 miliardi.
Tutti soldi che sfuggono al controllo del fisco e che quindi non entrano nelle casse dello Stato. Salvo poi lamentarsi in continuazione che in Italia c’è troppa evasione fiscale. Ma se è lo Stato stesso che la permette, inutile lamentarsi. E’ quindi dimostrato che il prolungarsi della chiusura delle sale giochi e scommesse non porta ad alcun beneficio per la collettività.
Boom del gioco illegale
La chiusura prolungata di sale giochi e scommesse è inoltre un danno anche per l’occupazione. Nel 2020 oltre 120.000 dipendenti sono finiti in cassa integrazione. E almeno la metà di essi rischia di perdere il lavoro alla riapertura delle attività. Tutto si sta spostano online e sul fronte illegale, pertanto la garanzia del posto non c’è più.
Non solo. Va ricordato che il comparto giochi e scommesse genera l’1% del Pil nazionale in Italia. Per il 2020 sono stati quantificati ammanchi per le casse dell’erario per circa 4,5 miliardi di euro. Soldi che sono finiti nel giro dell’illegalità. Come confermano i dati provenienti dalle attività ispettive, in continua crescita.
Il dato che rende bene l’idea di come il gioco legale abbia avvantaggiato le organizzazioni criminali arriva dalle persone coinvolte. Nel 2020 sono state arrestate dalle forze di polizia ben 1.200 persone, il 257 per cento in più rispetto al 2019. Anche le denunce si sono impennate passando da 62 del 2019 alle 160 dello scorso anno (+158%). E il 2021 potrebbe addirittura vedere questi dati in crescita. Per non parlare delle slot illegali sequestrate o delle sanzioni amministrative che sono triplicate.
Sale giochi e scommesse sicure
A parte le motivazioni delle chiusure iniziali di inizio marzo 2020 per via dell’improvvisa emergenza sanitaria, oggi la situazione è cambiata. Le sale si sono attrezzate per rendere sicuri gli ambienti di gioco, l’accesso è a numero limitato e la sanificazione avviene quotidianamente.
Stranamente, però, le attività di gioco non hanno potuto riaprire pur disponendo di protocolli molto stringenti in grado di garantire la massima sicurezza per il personale e per gli utenti.