Salvatore Borsellino non sostiene più Rivoluzione civile di Ingroia

Salvatore Borsellino scarica Antonio Ingroia e decide di non sostenere Rivoluzione civile
12 anni fa
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Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo ucciso da cosa Nostra nel 1992, ha deciso che non sosterrà più il partito di Antonio Ingroia perchè i due giovani delle Agende Rosse che aveva proposto erano stati messi dietro a personaggi scelti soltanto per la visibilità mediatica. Sicuramente un scelta paradossale quella di Salvatore Borsellino, che viene incassata da Ingroia insieme agli apprezzamenti di Massimo Ciancimino, figlio del sindaco mafioso di Palermo. la mafia lo apprezza, l’antimafia no, ecco il paradosso con cui deve fare i conti Ingroia.

Salvatore Borsellino rappresenta un simbolo dell’antimafia e anche se aveva deciso di non voler candidarsi personalmente per il Parlamento, aveva annunciato di voler sponsorizzare de giovani del movimento Agende Rosse, Lidia Undiemi e Benny Calasanzio, figlio e nipote di due vittime della mafia; “Giovani di grandi qualità mi auguro che possa essere dato loro il giusto posto in lista” aveva detto Borsellino. Ma il posto assegnato ai due giovani non è piaciuto al fratello del magistrato ucciso, “Avevo pensato di dovere aspettare la pubblicazione delle liste, e lo farò prima di prendere una decisione definitiva, ma già da oggi purtroppo posso avere sentore di quello che dovrò leggere. I due rappresentanti del mio movimento che, insieme a tanti altri giovani, mi avevamo dato la disponibilità ad essere candidati nella lista di ‘Rivoluzione Civile’ e che io avevo indicato come elementi di punta per il loro curriculum, per le loro qualità intrinseche e per l’impegno e la passione sempre profusa nelle attività del nostro movimento, non hanno trovato posto nella lista di Antonio Ingroia se non posposti, e non di poco, ad altri nomi sia di politici che della società civile” si sfoga Borsellino sulle pagine di Facebook facendo capire tutta la delusione per il collocamento poco visibile dei suoi due ragazzi. L’accusa principale che Borsellino muove ad Ingroia per la formazione delle liste, che tra l’altro non sono ancora state chiuse, è quella di aver usato i vecchi metodi, Borsellino sostiene che i nomi dei politici inseriti nell’elenco sono stati scelti in base “alle contrattazioni di vecchio stampo tra i partiti componenti la lista” mentre i nomi di coloro che provengono dalla società civile, prosegue Borsellino “ in base alla notorietà ed alla visibilità mediatica che non sempre coincidono con l’impegno civile. A questo punto, con rammarico e pur sempre riservandomi di giudicare con maggiore attenzione le liste una volta che saranno pubblicate, debbo purtroppo anticipare che difficilmente potrò confermare il quell’appoggio che, dopo alcune perplessità iniziali, avevo dato alla lista di ‘Rivoluzione Civile’. Probabilmente qualcuno era interessato unicamente alla mia candidatura e una volta venuta a cadere questa ipotesi e dopo che io ho preteso con forza una smentita che pure è tardata ad arrivare, non ha ritenuto di volere dare fiducia a questi giovani. Giovani che pure hanno sempre profuso il loro impegno civile anche a sostegno di quei magistrati che, continuando a indossare la loro toga vanno in cerca della Verità e della Giustizia”. Ma nelle liste di Rivoluzione civile ci sono nomi che poco hanno a che fare con la politica e molto con l’antimafia come ad esempio Franco La Torre, figlio di Pio La Torre altra vittima di Cosa Nostra, che simboleggia la politica che si oppone alla mafia.
 Proprio La Torre sarà colui che concorrerà come secondo nome nella lista della Sicilia Occidentale per la Camera. A guidare tutte le liste siciliane sarà il nome di Antonio Ingroia che avrà come altri “secondi” Giovanni Marano e Fabio Giambrone.