Nuova pace fiscale ossia nuova sanatoria delle cartelle con stralcio dei debiti fino a 1000 euro, saldo e stralcio per quelli fino a 3.000 euro, rottamazione per quelle di importo da 3.000 euro in avanti. Il quadro che si sta andando a delineare con la nuova sanatoria delle cartelle del Governo Meloni sembra molto vantaggioso. Tuttavia se ci soffermiamo sulla sanatoria delle cartelle di importo superiore a 3.000 euro, l’adesione comporta comunque dei costi per il contribuente. L’imposta, la tassa o il tributo contestato con la cartella, dovranno essere comunque pagati per intero.
Vediamo, per singola voce, quali sono i costi che dovrà sostenere il contribuente aderendo alla nuova rottamazione delle cartelle. La rottamazione riguarderà anche gli accertamenti esecutivi (compresi quelli dei Comuni) e gli avvisi di addebito dell’INPS. Attenzione però, si deve trattare sempre di carichi che sono già stati affidati per il recupero all’Agente della riscossione (ADER o Ex Equitalia).
La nuova sanatoria delle cartelle
Grazie alla nuova sanatoria delle cartelle, il Governo darà la possibilità alle famiglie e alle imprese di chiudere i debito con il Fisco e con le altri amministrazioni, anche locali, grazie a tre strumenti ben definiti:
- stralcio dei debiti fino a 1.000 euro;
- saldo e stralcio per i debiti fino a 3.000 euro (il contribuente paga solo una parte del totale del debito, si parla del 10% dell’imposta, con azzeramento di sanzioni e interessi di mora);
- rottamazione dei debiti superiori a 3.000 euro ( si paga solo l’imposta contestata, con azzeramento di sanzioni e degli interessi di mora).
La nuova sanatoria delle cartelle dovrebbe coprire i debiti affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2021.
Sanatoria cartelle. Cosa si paga veramente?
In premessa, abbiamo detto che se ci soffermiamo sulla sanatoria delle cartelle di importo superiore a 3.000 euro, l’adesione comporta comunque dei costi per il contribuente.
Infatti, nel prospetto dei costi dobbiamo inserire:
- le somme somme affidate per il recupero all’agente della riscossione a titolo di capitale e interesse per ritardata iscrizione a ruolo;
- l’aggio della riscossione (calcolato sul capitale e sugli interessi da ritardata iscrizione a ruolo);
- le spese di rimborso per le procedure esecutive (vedi ad esempio eventuale pignoramento);
- le spese di notifica della cartella di pagamento;
- gli interessi di dilazione in caso di richiesta di rateazione delle somme dovute in seguito alla sanatoria.
Nel prospetto del risparmio, dovremo invece segnare: le sanzioni collegate alla maggiore imposta evasa; gli interessi di mora; le somme aggiuntive ai crediti previdenziali (art.27, D.Lgs. 46/99).
In tal modo, dovrà essere valutata l’adesione alla prossima rottamazione delle cartelle.