Sanatoria: come mettersi in regola e trasformare l’hobby delle criptovalute in lavoro

Quando i guadagni con i Bitcoin smettono di essere un gioco: la sanatoria 2023 si estende anche alle criptovalute non dichiarate
2 anni fa
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bitcoin voluntary disclosure

Oggi ci occupiamo della sanatoria delle criptovalute, spiegando in cosa consiste e chi potrebbe approfittarne. Ci sono contribuenti che si sono avvicinati al mondo delle criptovalute un po’ per gioco, senza conoscere bene il regime fiscale applicato. Tante volte abbiamo ricevuto in redazione quesiti di utenti che ci chiedevano se si pagano le tasse sulle criptovalute.

Il dubbio del lettore sulle tasse da pagare in ritardo

Questo lettore, ad esempio, ci ha chiesto:

“Sono due anni che “gioco” con le criptovalute e inaspettatamente ho anche guadagnato qualche bella cifra. Ora ho timore dei controlli del Fisco perché non mi sono mai premurato di dichiarare i guadagni da Bitcoin nel 730. Non per volontà di evadere ma perché nessuno mi aveva detto di farlo. Lo so che la Legge non ammette ignoranza ma in questo ambito così nuovo per tutto potrebbe almeno ammettere flessibilità e dare modo, a chi si trova nella mia situazione, di regolarizzare la sua posizione fiscale? Quasi per caso, vedendo i miei guadagni, ho iniziato a pensare a trasformare questa passione in lavoro e ho scoperto che avrei dovuto dichiarare le entrate e pagarci le tasse.

La sanatoria 2023 sulle criptovalute

Spoiler della risposta: letteralmente cripto valuta significa valuta ‘nascosta’. Ciò però vuol dire che è visibile e/o utilizzabile solamente da chi conosce un certo codice informatico.

Non significa che puoi nasconderla anche al Fisco!

Se finora non hai dichiarato i guadagni di Bitcoin e similari, ho due notizie per te, una buona e una cattiva (come spesso accade): i portafogli cripto valute, che siano Bitcoin, Ethereum o altre, vanno indicati nella dichiarazione dei redditi. Veniamo alla buona notizia: la sanatoria 2023 prevede anche questa possibilità. La regolarizzazione può avvenire a fronte del versamento di una imposta sostituiva del 3,5% cui aggiungere un ulteriore 0,5% a titolo di sanzione per ogni anno.

Nel caso specifico del lettore la sanatoria delle criptovalute varrebbe a metà. La misura, infatti, riguarderà i bitcoin detenuti fino al 31 dicembre 2021. Quindi non c’è sconto per i guadagni del 2022 (visto che andranno dichiarati nel 2023).

La domanda di sanatoria

Attenzione perché, a differenza di quanto accade per i debiti sotto i mille euro, in questo caso la sanatoria delle criptovalute non si applica automaticamente. Gli interessati devono presentare domanda di emersione. Una sorta di ammissione volontaria insomma. Ci sarà un modello specifico. Le istruzioni non sono state ancora rese note. In caso di guadagno su questi investimenti,  alla domanda va allegata prova del versamento dell’imposta sostitutiva del 3,5% calcolato sul valore delle cripto-attività detenute al termine di ciascun anno o al momento del realizzo.

 

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