Un intervento a tutto tondo quello del Governo in materia fiscale per chi ha debiti o pendenze con il fisco. Anche se la manovra non ha ancora visto i natali e si rischia l’esercizio provvisorio (manovra da approvare entro il 31 dicembre prossimo), sulle cartelle tutto appare chiaro. Ci sarà la cancellazione di quelle fino al 2015, con possibilità di vedere incrementare la soglia da 1.000 a 1.500 euro. E ci sarà una nuova rottamazione delle cartelle, con nuove rateizzazioni fino al 2027.
Ma non finisce qui, perché in serbo ci sono altre novità alle quali prestare attenzione anche se reputate meno importanti delle altre due misure sulle cartelle esattoriali.
Un nostro lettore ci scrive
“Gentile redazione, grazie per il vostro lavoro e per le vostre notizie che spesso non si trovano da altre parti. Sulle sanatorie delle cartelle credo di aver compreso bene quali saranno cancellate in automatico dall’Agenzia delle Entrate Riscossione e quali invece saranno da pagare a rate fino al 2027 con la nuova rottamazione.
Ho delle somme da pagare di Irpef a seguito di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Non compaiono nel mio estratto di ruolo sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e mi chiedevo se potevo completare la chiusura delle partite a mio debito con il Fisco dal momento che tra cancellazione e rottamazione riuscirò a eliminare molte mie pendenze. Le ultime però non so come verranno interessate da questa pace fiscale. Mi riferisco alle mie dichiarazioni reddituali 2020 e 2021, per le quali dovevo versare delle somme dopo controllo fiscale di Agenzia delle Entrate, ma per la crisi non ho potuto far fronte. Voi cosa mi consigliate?”
Cartelle esattoriali cancellate d’ufficio e altre rottamate, la sanatoria in sintesi
Senza dilungarci troppo sulla sanatoria delle cartelle di cui, in questi giorni, abbiamo già sottolineato tutte le sfaccettature, occorre fare un riepilogo della situazione.
Tutti gli aiuti della tregua fiscale
Per i contribuenti che hanno presentato regolarmente le dichiarazioni fiscali per le quali i termini di pagamento a seguito di accertamento non sono ancora scaduti, c’è un altro capitolo di intervento. E sempre a loro vantaggio: le dichiarazioni 2019, 2020 e 2021 con debito di imposta non versato dal contribuente per ragioni legate alla crisi pandemica. Agevolazioni previste dalla cosiddetta tregua fiscale. Questi contribuenti potranno pagare le imposte con una sanzione ridotta al 3% e a rate fino a 5 anni.
Le altre agevolazioni introdotte dalla legge di Bilancio in materia di debiti fiscali e non
“Definizione agevolata delle somme dovute a seguito del controllo automatizzato delle dichiarazioni”, questo il nome della misura introdotta nella bozza della manovra, che sembra uguale alla rottamazione delle cartelle ma non lo è. Quindi, le somme dovute da un contribuente, dopo un controllo automatizzato da parte di Agenzia delle Entrate (non Riscossione), potrebbero essere a loro volta agevolate. Si tratta delle annualità di imposta per le quali il pagamento non scadrà il primo gennaio 2023, data a partire dalla quale la legge di Bilancio entrerà in vigore.
Ancora più rate per chi ha deciso di pagare prima che i debiti diventino cartelle esattoriali
Aiutare chi ha cartelle esattoriali ma anche aiutare chi ha debiti non ancora divenuti tali. Questo è il perimetro di intervento della tregua fiscale del Governo Meloni. Estendere a 20 rate trimestrali, cioè a 5 anni, il pagamento a rate di quei balzelli per i quali le precedenti normative concedevano massimo 8 rate. E calano le sanzioni che passano dal 30% riducibili al 10%, a una sanzione forfettaria ridotta di solo il 3%. Si parla anche di un pagamento unico di 200 euro con regolarizzazione delle irregolarità formali per ogni anno di imposta per le violazioni che non incidono direttamente sulle imposte se commesse fino a ottobre 2022.
Infine, si interviene anche su chi non ha potuto mettere in evidenza tutti i redditi su cui calcolare le imposte. In questo caso al posto del ravvedimento operoso si potrà adottare una soluzione alternativa. Che permette il pagamento della differenza di imposta maggiorata di una sanzione del 5%. E lo permette in due anni di tempo (il ravvedimento prevede il pagamento in un solo anno). Stessa sanzione al 5% con pagamento dell’imposta per i contribuenti che sono incappati in un accertamento da parte della Guardia di finanza.