Le sanzioni UE contro la Russia saranno estese di altri sei mesi. Lo ha lasciato intendere senza margine di incomprensioni la responsabile della Politica estera di Bruxelles, Federica Mogherini, che in un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt ha spiegato come tali misure punitive siano legate al mancato rispetto dell’accordo di Minsk, quello di pace voluto fortemente da Germania e Francia. Un alto funzionario di Berlino ha confermato che l’Ucraina farebbe la sua parte, mentre la Russia continuerebbe ad essere d’ostacolo.
Europa divisa, ma unanimità non a rischio
I paesi nettamente schierati per le sanzioni sono Regno Unito, Polonia, Svezia e paesi baltici, quelli più contrari Italia, Grecia, Cipro, Ungheria e Bulgaria. Gli schieramenti rispecchiano per lo più interessi geo-politici differenti: i paesi confinanti con la Russia temono di fare la fine dell’Ucraina, ovvero di essere smembrati da Mosca, mentre altri, specie del Sud Europa, vorrebbero mantenere integri i rapporti commerciali, avendo un interscambio non indifferente con l’economia russa. Ma già al meeting di aprile tra Germania, Francia, Italia, Regno Unito e USA, Renzi si sarebbe mostrato critico verso la politica di Vladimir Putin, segnalando una minore opposizione alla comminazione di nuove sanzioni. In realtà, il fronte del “no” è politicamente debole, per cui l’unanimità richiesta per prorogare le misure non dovrebbe essere un problema.