Sanzioni fiscali: la denuncia arriva dal proprio commercialista

Potrebbe essere la morte del segreto professionale. Il commercialista sarà obbligato a segnalare, all’Agenzia delle Entrate, le intenzioni di propri clienti. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
5 anni fa
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A breve, l’Italia sarà costretta a recepire una direttiva europea, che prevede l’obbligo di segnalare, all’Agenzia delle Entrate, i propri clienti che intendano evadere il fisco.

I commercialisti saranno, dunque, obbligati a denunciare i propri clienti in odor di evasione fiscale.

A stabilirlo è una recente direttiva dell’Unione Europea che, a brevissimo, dovrà essere recepita dall’Italia.

 

Lotta all’evasione fiscale

Lo scopo che si intende perseguire è sicuramente nobile, ma ci si chiede se, con una simile norma, non si andrà ad intaccare quel rapporto di fiducia reciproca tra cliente e professionista.

Come se non bastasse, per molti, in questo modo, perderebbe di significato la regola del cosiddetto “segreto professionale”. È forse questo un costo troppo alto da pagare?

In ogni caso, almeno in una prima fase, la questione dovrebbe riguardare solamente pochi. In particolare, si parla di aziende medio – grandi e l’obbligo di denuncia dovrebbe scattare per le sole cosiddette “operazioni transfrontaliere”.

Purtroppo, a breve, il precetto potrebbe essere esteso anche ad altri soggetti e per differenti fattispecie.

La nuova direttiva europea

La Direttiva in questione è la 2018/822 dell’Unione europea, meglio nota come “Dac6”.

Al comma 6 della stessa si può leggere quanto segue: “La comunicazione di informazioni sui meccanismi transfrontalieri di pianificazione fiscale potenzialmente aggressiva può contribuire in modo efficace agli sforzi per la creazione di un ambiente di tassazione equa nel mercato interno”.

Ancora, prosegue l’articolo:  “In tale prospettiva, l’istituzione dell’obbligo per gli intermediari di informare le autorità fiscali in merito ad alcuni meccanismi transfrontalieri potenzialmente utilizzabili a fini di pianificazione fiscale aggressiva costituirebbe un passo nella giusta direzione. Al fine di sviluppare una strategia più completa sarebbe necessario che, come secondo passo dopo la comunicazione di informazioni, le autorità fiscali condividano tali informazioni con le loro omologhe in altri Stati membri.

Tali meccanismi dovrebbero anche rafforzare l’efficacia del CRS. Inoltre, sarebbe cruciale concedere alla Commissione l’accesso a una quantità sufficiente di informazioni così da poter monitorare l’adeguato funzionamento della presente direttiva. Tale accesso alle informazioni da parte della Commissione non esonera uno Stato membro dai propri obblighi di notifica di aiuti di Stato alla Commissione”.

 

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