In pensione a 64 anni. Quali saranno nel 2023 le strade percorribili per andare in pensione a questa età?
Ebbene, stando alla situazione attuale, sembrerebbe rimandata la tanta attesa riforma delle pensioni. Nel DEF non c’è traccia di misure finalizzate a tale obiettivo. Ad ogni modo bisogna attendere la fine dell’estate.
Tuttavia, è molto probabile che anche per il prossimo anno vengano confermate le strade per il pensionamento anticipato ad oggi in essere dunque: quota 102, opzione donna, quota 41. Naturalmente la conferma vale anche per la pensione anticipata ordinaria nonchè per quella contributiva.
Ecco chi potrà andare in pensione anticipata dal prossimo anno.
Pensione anticipata. Il contesto attuale
Ad oggi, le vie per andare in pensione in anticipo, rispetto a quelli che sono i requisiti ordinari, sono diverse.
Si parte con quota 102.
Nello specifico per andare in pensione con quota 102 ex D.L. 4/2019, è necessario rispettare: un requisito anagrafico pari almeno a 64 anni e un’anzianità contributiva minima di 38 anni. Nello specifico, potranno andare in pensione anticipata con quota 102: gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’INPS, nonché alla gestione separata, che maturino nel corso dell’anno 2022 i requisiti di età anagrafica pari a 64 anni e di anzianità contributiva pari a 38 anni (c.d. “quota 102”).
Anche per quota 102 vale la c.d cristallizzazione dei requisiti. Dunque, chi matura nel 2022 i requisiti per andare in pensione con quota 102, può esercitare il diritto alla pensione anche successivamente. Poi c’è anche la possibilità concessa da Opzione donna. Canale di pensionamento anticipato che interessa le lavoratrici che abbiano maturato specifici requisiti entro il 31 dicembre 2021.
In particolare, è richiesta:
- un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e
- un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).
Ai fini del conseguimento della pensione è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente.
Un ulteriore modo per andare in pensione anticipata è quota 41.
Quota 41 è una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età (c. lavoratori precoci), si trovano in determinate condizioni indicate dalla legge e perfezionano, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione (Fonte portale INPS).
La pensione anticipata ordinaria e contributiva
Arriviamo così alla pensione anticipata ordinaria nonchè a quella contributiva. Ulteriori strade percorribili per chi vuole andare in pensione a 64 anni o comunque in via anticipata.
Possono richiedere la pensione anticipata ordinaria i soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini. In merito a quella contributiva, tale possibilità è riconosciuta ai lavoratori che:
- hanno iniziato a versare la contribuzione dal 1° gennaio 1996,
- hanno un’eta di 64 anni di età;
- presentino almeno 20 anni di contribuzione effettiva nel sistema contributivo puro;
- abbiano diritto ad una pensione non inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale (cd. importo soglia annualmente rivalutato).
Le prospettive di riforma
Come detto in premessa, ad oggi sembrerebbe rimandata la tanta attesa riforma delle pensioni. Nel DEF non c’è traccia di misure finalizzate a tale obiettivo. Ad ogni modo bisogna attendere la fine dell’estate. Tuttavia, è molto probabile che anche per il prossimo anno vengano confermate le strade per i pensionamento anticipato ad oggi in essere dunque: quota 102, opzione donna, quota 41. Naturalmente la conferma vale anche per la pensione anticipata ordinaria nonchè per quella contributiva.
Ad ogni modo, si potrebbe iniziare a discutere di una riforma che renda strutturale opzione donna e riconfermi quota 102. Rivedendo per entrambe le misure i paletti di accesso.