Con una serie di emendamenti alla Legge di conversione del Decreto Aiuti, il governo punta a superare l’impasse che si è venuto a creare con il superbonus 110% e, in particolare, con l’istituto della cessione del credito.
In sostanza, le cessioni di tali crediti sono ormai bloccate da tempo, in quanto gli istituti finanziari avrebbero già raggiunto la capienza fiscale massima. Come se non bastasse, i fondi stanziati per tale misura sono ormai terminati da tempo.
Il Governo si è sempre detto contrario ad una proroga e al rifinanziamento della stessa misura.
Superbonus 110%, in cosa consiste a nuova cessione del credito ad una partita IVA?
Con l’emendamento al decreto Aiuti, approvato dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera, sostanzialmente, l’esecutivo tenta di risolvere l’impasse che si è venuto a creare con il superbonus 110% e lo stop delle cessioni del credito.
In sostanza, si vorrebbe ampliare la portata della cessione credito d’imposta, dando la possibilità alle banche di cedere i crediti d’imposta dei bonus edilizi ad altri soggetti con partita Iva, a patto che siano correntisti.
In particolare, la norma parla di “correntisti che non siano qualificabili come consumatori o utenti”.
Inoltre, con l’articolo 14 della conversione viene prevista la proroga al 30 settembre 2022 del termine entro il quale realizzare il 30 per cento dei lavori effettuati sulle unità immobiliari dalle persone fisiche, per avvalersi del Superbonus al 110% nel 2022.
Tali modifiche, ovviamente, interverranno solo a seguito dell’approvazione della conversione in legge del decreto aiuti, previsto per fine luglio; salvo, ovviamente, una sempre più probabile crisi di governo. Vi aggiorneremo sugli sviluppi di questa vicenda.