Scaglioni IRPEF: confermata la svolta fiscale con tre aliquote permanenti

La manovra di bilancio 2025 conferma la riduzione a tre aliquote IRPEF, rendendo stabile la riforma fiscale del 2024.
1
1 mese fa
3 minuti di lettura
irpef
Foto © Licenza Creative Commons

Il Consiglio dei Ministri del 15 ottobre 2024 ha dato il via libera alla nuova manovra di bilancio per il 2025, segnando l’inizio di un iter legislativo che proseguirà con l’invio del testo a Bruxelles e la sua discussione in Parlamento. Camera e Senato sono ora chiamati a esaminare le proposte, con l’obiettivo di giungere a un’approvazione definitiva entro la fine dell’anno, presumibilmente a partire dal 20 ottobre. Tra le novità più rilevanti introdotte dalla manovra spicca la  scelta di mantenere tre aliquote IRPEF, rendendo questa struttura stabile e duratura nel tempo, almeno fino a nuove eventuali modifiche.

Ma andiamo con ordine.

L’evoluzione degli scaglioni IRPEF: un processo iniziato nel 2022

Il sistema degli scaglioni IRPEF ha subito diverse trasformazioni nel corso degli ultimi anni. Prima del 2022, il meccanismo prevedeva cinque diverse aliquote, corrispondenti a differenti fasce di reddito. Fino al 2021, la tassazione era così suddivisa:

  • 23% per i redditi fino a 15.000 euro;
  • 27% per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro;
  • 38% per i redditi tra 28.000 e 55.000 euro;
  • 41% per i redditi tra 55.000 e 75.000 euro;
  • 43% per i redditi superiori a 75.000 euro.

Cosa è successo per il 2022 e 2023

Con l’anno d’imposta 2022, si è assistito a un primo cambiamento, con la riduzione da cinque a quattro scaglioni. Questa modifica ha rappresentato un primo passo verso una semplificazione del sistema fiscale, con una leggera riduzione delle aliquote intermedie. Le nuove fasce di reddito introdotte nel 2022 erano così strutturate:

  • 23% per i redditi fino a 15.000 euro;
  • 25% per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro;
  • 35% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Questo cambiamento ha rappresentato una significativa riduzione per i redditi compresi tra i 28.000 e i 50.000 euro, che hanno visto abbassarsi l’aliquota dal 38% al 35%. Tuttavia, nonostante queste modifiche, il sistema a quattro scaglioni è rimasto in vigore solo per un breve periodo.

La riforma fiscale del 2024: l’introduzione dei tre scaglioni IRPEF

La vera svolta è avvenuta con la riforma fiscale del 2024, che ha portato a un’ulteriore semplificazione della struttura delle aliquote IRPEF.

Il nuovo sistema ha ridotto gli scaglioni da quattro a tre, con un significativo impatto sulla fiscalità per i contribuenti italiani. Le nuove aliquote stabilite per il 2024 risultano le seguenti:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Questa riforma è stata accolta con favore da molti, poiché ha comportato una semplificazione del sistema e una riduzione del carico fiscale per molti contribuenti, soprattutto quelli con redditi medi. Tuttavia, inizialmente, questa nuova struttura era stata prevista solo per l’anno d’imposta 2024, con l’intenzione di valutare successivamente un eventuale ritorno al sistema precedente.

La conferma nella manovra 2025: le tre aliquote IRPEF diventano permanenti

Con l’approvazione della Legge di bilancio del prossimo anno (2025) il Governo ha deciso di rendere strutturale la riforma introdotta nel 2024, confermando le tre aliquote IRPEF. Questa scelta, definita nel comunicato ufficiale sull’approvazione della manovra 2025 come un’accorpamento permanente, rappresenta una chiara volontà di proseguire nella direzione di una fiscalità semplificata e meno gravosa per i cittadini, almeno per quanto riguarda le aliquote intermedie.

Il mantenimento dei tre scaglioni prevede quindi, anche per il 2025 e per gli anni a seguire, le seguenti aliquote:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Questa stabilizzazione del sistema fiscale ha l’obiettivo di garantire maggiore certezza ai contribuenti, evitando cambiamenti repentini e imprevedibili nelle regole del gioco. Il messaggio del Governo è chiaro: la riduzione degli scaglioni e la semplificazione fiscale non sono misure temporanee, ma rappresentano un impegno a lungo termine per una gestione più efficiente del prelievo fiscale.

Le implicazioni della riduzione degli scaglioni IRPEF

La scelta di mantenere le aliquote IRPEF a tre scaglioni comporta una serie di conseguenze economiche e sociali che meritano attenzione.

Da un lato, la semplificazione del sistema riduce la complessità per i contribuenti, che possono ora comprendere più facilmente quale sarà l’impatto delle tasse sui loro redditi. Dall’altro, questa misura favorisce i redditi medi, che beneficiano di aliquote più basse rispetto al passato.

In particolare, l’aliquota del 35% per i redditi compresi tra i 28.000 e i 50.000 euro rappresenta una riduzione permanente rispetto al 38% del vecchio sistema a cinque scaglioni e al 35% del sistema a quattro scaglioni, offrendo così un alleggerimento fiscale per una fascia significativa della popolazione.

Tuttavia, è importante considerare che la conferma dei tre scaglioni IRPEF potrebbe avere effetti limitati per i redditi più bassi, che continuano a essere tassati al 23%, così come per i redditi più alti, soggetti alla massima aliquota del 43%. Resta comunque il vantaggio che redditi da 15.000 a 28.000 sono soggetti al 23% rispetto al 25% dei due anni prima e al 27% prima del 2022. Di conseguenza, l’impatto complessivo della riforma è concentrato principalmente sui contribuenti con redditi medio-bassi, che rappresentano una parte significativa della classe lavoratrice.

Riassumendo…

  • La riforma fiscale del 2024 ha ridotto (per il solo 2024) gli scaglioni IRPEF da quattro a tre.
  • Il Governo conferma (per sempre) i tre scaglioni IRPEF con la manovra di bilancio 2025.
  • Le aliquote IRPEF restano: 23%, 35%, 43%, secondo il reddito.
  • Il sistema semplificato resta stabile per gli anni successivi, evitando cambiamenti repentini.
  • Benefici fiscali principali per i redditi medio-bassi.
  • Tutto invariato per redditi sotto i 15.000 euro.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

1 Comment

  1. Come sempre tante parole….Non mi pare che le nuove aliquote compensino gli aumenti del costo della vita dovuto alla inflazione….. ritengo sempre valida quella battuta di anni fa ” Che tempo fa ? Piove Governo lad….( Censura)…. Cordiali Saluti a TUTTI…….

Lascia un commento

Your email address will not be published.