Sconfitta Renzi, le ragioni del crollo e quel racconto ottimistico della ripresa

La sconfitta di Matteo Renzi è netta. Gli italiani sono stanchi della mancata ripresa dell'economia, ma il governo racconta di un paese quasi in boom.
9 anni fa
3 minuti di lettura

Matteo Renzi non è (ancora) finito, ma potrebbero mancare solo quattro mesi al suo prepensionamento politico. Se anche al referendum costituzionale subirà una sconfitta, il suo governo non esisterà più. E quand’anche dovesse sopravvivere, rimarrebbe in carica nella modalità “zombie”, cosa che tendiamo tutti ad escludere, conoscendo la personalità del premier. In queste ore, molti, dentro e fuori il PD, addebitano il risultato scadente del partito alla presunta “arroganza” del presidente del consiglio. Sarà, ma gli italiani appaiono da sempre pratici e probabilmente dovremmo ricercare altrove le ragioni della debacle renziana, a partire dall’economia.

Quanto sta accadendo a Renzi appare del tutto simile al rapido trend calante di popolarità di un suo illustre predecessore: Silvio Berlusconi. L’allora premier iniziò il 2011 considerato imbattibile, ma lo concluse in auto-esilio politico, dopo essere stato costretto alle dimissioni dalla crisi dello spread, uscendo da Palazzo Chigi tra i fischi di una folla inferocita.

Crisi economica resta, ma si nega la realtà

Allora come oggi, a fare salire il sangue alla testa degli italiani è l’economia. C’è una strana sindrome, che colpisce quasi automaticamente ogni premier, una volta insediatosi a capo del governo: la negazione della realtà. Renzi ci racconta da mesi di essere artefice di un miracolo economico, di avere portato l’Italia fuori dalle secche della recessione e di avere ridato credibilità internazionale al nostro paese.

Quando dalle opinioni si passa ai numeri, si legge una realtà del tutto diversa: il pil nel suo primo anno di governo è diminuito dello 0,4%, mentre nel 2015 è cresciuto di appena lo 0,8%. Quest’anno, se tutto andrà bene, salirà di un altro 1%, meglio di niente, ma per dirla con le parole di Vincenzo Boccia, neo-presidente della Confindustria, non siamo in ripresa.

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Bond Unicredit 4,375% 2027 al via su Borsa Italiana

Articolo seguente

Obbligazioni BEI in pesos messicani rendono più del 5%