Oggi per chi fa lavori sulla casa è una vera e propria fortuna trovare un’impresa che accordi lo sconto in fattura o che sia disposta ad accettare un’operazione di cessione del credito. Cosi come è difficile trovare una banca che sia disposta ad acquisire il credito derivante da un’operazione di cessione della detrazione fiscale.
Chi riesce a trovare questa strada deve davvero ritenersi toccato dalla dea bendata. Un’operazione di questo tipo gli permetterà di sostenere le spese con una certa leggerezza e senza troppi grattacapi per la testa.
Ma per chi riesce poi si pone il dilemma di quale delle due alternative risulta più conveniente. Supponiamo un committente che trova un’impresa disposta ad accordargli lo sconto in fattura e allo stesso tempo ha una banca disposta ad accettare la cessione del credito. Quale delle due al committente conviene di più?
Le due opzioni alla detrazione fiscale
In primis ricordiamo che a fronte di lavori edili sulla casa, il legislatore riconosce dei bonus fiscali. In particolare si tratta di detrazioni fiscali da riportare in dichiarazione dei redditi e da spalmare su più anni in quote di pari importo.
Parliamo, ad esempio, del bonus ristrutturazione 50%, superbonus 110% o 90%, ecc.
Il legislatore prevede però la possibilità per il committente di optare, in luogo della detrazione fiscale, per:
- sconto in fattura, accordato dall’impresa che esegue i lavori. Questa a fronte dello sconto matura un credito d’imposta che può utilizzare in compensazione o cedere a terzi (incluse le banche)
- oppure per la cessione del credito all’impresa stessa o a terzi soggetti (incluse le banche). Chi prende il credito (cessionario) può utilizzarlo in compensazione o cederlo ulteriormente a terzi.
Sulla cessione del credito ci sono limitazioni sul numero di operazioni ammesse.
Sconto in fattura e cessione del credito a confronto
Lo sconto permetterebbe subito al committente di risparmiare immediatamente sulla spesa.
Esempio
Fattura di spesa di 20.000 euro per bonus ristrutturazione 50%. Quindi, la detrazione fiscale sarebbe 10.000 euro. Se l’impresa applica lo sconto in fattura lo applicherebbe nella stessa misura della detrazione. Il committente non pagherebbe, quindi, 20.000 euro ma la metà.
Con la cessione del credito, invece, le cose sono diverse. Supponiamo che ci sia una banca disposta ad acquistare il credito. In questo caso, riprendendo l’esempio, il committente dovrebbe pagare tutta la fattura all’impresa (quindi, 20.000 euro) e solo dopo con fatture alla mano potrà fare l’operazione di cessione del credito alla banca. La quale a sua volta gli pagherà il credito.
Dunque, a conti fatti sembra proprio che risulti molto più conveniente lo sconto in fattura. Infatti, mentre lo sconto permetterebbe di non “sborsare” una parte delle spese, la cessione del credito richiede di dover avere tutta la liquidità disponibile per pagare l’intera spesa e solo dopo poterla recuperare quando si fa la cessione del credito alla banca.
Inoltre i tempi dello sconto in fattura sono “quasi zero” rispetto ad una pratica di cessione del credito che è molto più complessa e lunga a livello burocratico.