Il decreto Rilancio ha introdotto l’attesissimo bonus 110% in abbinamento a sconto in fattura e cessione del credito. Questi due sistemi permettono l’accesso anche a chi non ha liquidità per i lavori o capienza fiscale sufficiente per le detrazioni. Cessione del credito e sconto in fattura non riguardano solo il nuovo super bonus 110 ma sono stati potenziati per tutti i bonus casa anche precedentemente riconosciuti. Anzi quasi tutti: sono rimasti esclusi due bonus casa. Vediamo perché e se si tratta di una scelta consapevole o di una possibile svista di chi ha scritto la normativa.
Bonus casa: quando è possibile lo sconto in fattura con cessione del credito
Dai lavori di ristrutturazione al rifacimento della facciata passando per il nuovo super bonus 110% per i lavori di riqualificazione energetica e messa in sicurezza dal rischio sismico: in tutti questi casi c’è la possibilità di chiedere lo sconto in fattura e la cessione del credito in banca o terzi intermediari. Restano fuori il bonus mobili e il bonus verde,che pure sono due detrazioni molto gettonate di cui ci siamo occupati spesso.
Il bonus mobili, lo ricordiamo, riconosce una detrazione del 50% (in dieci anni) della spesa per arredi ed elettrodomestici (fino ad una spesa massima di 10 mila euro) se abbinati ad interventi di ristrutturazione;
Il bonus verde, invece, è una detrazione del 36% in dieci quota annuali di pari importo, spettante per la riqualificazione del verde privato (giardini, terrazzi etc) fino ad un tetto massimo di 5 mila euro ed include tra gli interventi agevolabili la realizzazione di impianti di irrigazione o di pozzi artesiani.
Difficile pensare che si sia trattato di una svista. Probabilmente non sono stati considerati il bonus mobili e il bonus verde perché per questi interventi gli importi spesi tendono ad essere più bassi e, quindi, più alla portata di chi li richiede rispetto a quanto possa essere un lavoro di ristrutturazione, di rifacimento facciata o di grandi opere trainanti per sisma e ecobonus ammesse al 110.
Da ultimo possiamo ipotizzare che è più facile configurare lo sconto in fattura e la cessione del credito quando ci si rivolge ad intermediari come ditte edili. Ammettere questi altri due bonus, in particolare il bonus arredi, avrebbe significato includere anche negozi di mobili e rivenditori di complementi di arredo.