Sconto in fattura, la beffa per i professionisti che restano con la notula non incassata. Chi paga?

Una tegola per i professionisti che hanno emesso parcelle con applicazione dello sconto in fattura e che non sono riusciti ancora a monetizzare cessione
3 anni fa
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Sconto in fattura, la beffa per i professionisti che restano con la notula non incassata
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Le nuove e stringenti regole messe in campo dal governo per contrastare le frodi nel campo della cessione credito riferita ai bonus casa, stanno mettendo in ginocchio non solo le imprese edili ma anche i professionisti coinvolti.  In particolare quelli che hanno concesso lo sconto in fattura a fronte delle parcelle emesse per il rilascio di asseverazioni ed attestazioni.

Ci riferiamo a tecnici come ingegneri, architetti, geometri, ecc.

Ricordiamo, infatti, che le spese sostenute dal committente per il rilascio delle asseverazioni necessarie per accedere ai bonus casa, rientrano anch’esse tra quelle detraibili al pari degli oneri riferiti ai lavori in senso stretto.

Quindi, anche per la parcella emessa dal tecnico, se quest’ultimo è d’accordo, il committente i lavori può optare per la cessione credito o sconto in fattura.

Sconto in fattura: il limite delle successive cessioni

In base alle vigenti regole, in caso di opzione per sconto in fattura concesso dal professionista (per la fattura da questi emessa):

  • il professionista può cedere a chiunque il credito maturato (prima cessione)
  • chi acquista il credito dal professionista, può utilizzarlo in compensazione o cederlo ulteriormente (seconda cessione). Tuttavia, in questo caso il credito può essere ceduto solo verso questi soggetti:
    • banche
    • altri intermediari finanziari e società appartenenti a un gruppo bancario iscritti nei rispettivi albi tenuti dalla Banca d’Italia
    • imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia
  • chi acquista il credito derivante dalla seconda cessione può utilizzarlo in compensazione o cederlo ulteriormente (terza cessione credito) ma solo a:
    • banche
    • altri intermediari finanziari e società appartenenti a un gruppo bancario iscritti nei rispettivi albi tenuti dalla Banca d’Italia
    • imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia
  • chi prende il credito derivante dalla terza cessione non potrà più cederlo ma solo utilizzarlo in compensazione.

Come salvarsi dal rischio

Dunque, il credito maturato a fronte dello sconto in fattura può essere oggetto di un massimo di tre successive cessioni.

Ne consegue che è vero che il professionista può cedere il credito a chiunque ma egli troverà enormi difficoltà a trovare chi è disposto ad acquistarlo poiché questi poi a loro volta avranno dei vincoli da rispettare in merito all’eventuale successiva (e seconda) cessione.

Insomma una vera tegola per coloro che hanno fatture già scontate a fronte delle quali non hanno ancora provveduto a monetizzare il credito.

Si son salvati solo quei professionisti che, eventualmente, hanno inserito una clausola contrattuale con cui si è deciso di vincolare lo sconto in fattura al buon esito della successiva cessione del credito. In questa ipotesi, infatti, se la cessione non ha esito positivo, lo sconto in fattura non si perfeziona ed il committente dovrà pagare la fattura per l’importo previsto.

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Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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