“Chi non ha mai evaso scagli il primo scontrino fiscale” verrebbe da dire parafrasando il monito religioso. Quando si parla di evasione fiscale in effetti si pensa solitamente a grandi cifre e ingenti patrimoni sommersi, ma esiste un’altra evasione, quella quotidiana e apparentemente innocua (ma altrettanto illegale). Chi di voi non ha mai dimenticato di chiedere lo scontrino fiscale dopo un acquisto? Chi non si è mai sentito proporre da un professionista uno scontro a fronte del mancato rilascio della fattura fiscale? Quale meccanismo si nasconde dietro questi gesti che ormai fanno parte della quotidianità tanto da essere quasi unanimemente tollerati?
SIAMO TUTTI EVASORI FISCALI
La montagna degli evasori non è fatta solo di monoliti che da soli raggiungono vette altissime, si compone anche di piccole rocce che accatastate creano volume.
Per combattere questa forma di evasione negli ultimi giorni sono stati notevolmente incrementati i controlli da parte delle Agenzie delle Entrate. Alcuni agenti hanno supervisionato l’attività di cassa dei locali: ovviamente i gestori dei locali sotto controllo non hanno sgarrato ma i dati raccolti, confrontati con quelli delle altre serate, sono risultati emblematici per quantificare gli incassi evasi. Prendiamo ad esempio l’indagine locale condotta in Veneto (risultati analoghi del resto sono riscontrabili in tutte le Regioni italiane): sono stati esaminati 51 locali e l’incasso medio è stato di 1.726,23 euro. Raffrontando i dati con quelli dichiarati le settimane precedenti, è stata evidenziata un’evasione di circa il 38% degli incassi. Ovviamente la media statistica non tiene conto delle singole differenze ma a livello nazionale è proprio questa che conta: di fatto dallo studio in esame è emersa un’evasione di circa 34 mila euro ogni sera.
DEDUCIBILITA’ SPESE: UNICO MODO PER FAVORI L’INTERESSE A CHIEDERE LO SCONTRINO FISCALE
Cosa si cela dietro a questa negligenza nella quale tutti, chi più chi meno coscientemente, siamo caduti almeno una volta nella vita? E’ sostanzialmente il disinteresse a richiedere lo scontrino fiscale: cosa ne guadagna concretamente l’acquirente? Il cittadino medio, privo di nozioni tecniche in materia economica, non penserà certo al meccanismo che si innesca nel momento in cui consuma un caffè senza chiedere lo scontrino al barista! E c’è di più: in questa condizione generalizzata di oppressione dalle tasse e crisi economica, non richiedere lo scontrino diventa quasi una sorta di solidarietà tra vittime di uno stesso male. Pretendere la ricevuta diventa in questo meccanismo sociale quasi una mancanza di rispetto verso il commerciante. E’ chiaro che evitare l’evasione, di qualsiasi tipo e entità essa sia, conviene a tutti i contribuenti ma è altrettanto intuibile che è difficile quantificare quanto ci costa ogni singolo scontrino evaso. E allora perché non creare un interesse nella richiesta della fattura? Ritorna così la questione della deducibilità delle spese: se il cittadino potesse scaricare tutto ciò che esce dalle sue tasche allora è chiaro che conserverebbe tutti gli scontrini di ogni singola spesa.
MANCATA EMISSIONE SCONTRINO FISCALE SANZIONI
Poiché c’è anche chi si rende complice di questa evasione inconsapevolmente (sebbene ) vediamo cosa prevede la legge in materia di scontrini e fatture.
– A fronte di ogni pagamento, totale o parziale, va rilasciato scontrino o ricevuta del corrispettivo versato.
– In caso di beni durevoli lo scontrino va conservato almeno due anni a garanzia del prodotto. Potendo l’inchiostro facilmente scolorire è consigliabile farne una fotocopia.
– Il Decreto Legge numero 269 del 2 ottobre 2003 esonera l’acquirente dalla multa in caso di mancata richiesta dello scontrino: per chi compra quindi non è più un obbligo richiedere lo scontrino ma resta comunque un diritto (mentre è obbligatorio farlo per il negoziante che resta responsabile in caso di evasione).
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