“Sono poche le persone che amo veramente e ancora meno quelle di cui penso bene. Più conosco il mondo, più ne sono scontenta; ogni giorno conferma la mia opinione sull’incoerenza degli esseri umani e sull’impossibilità di fare affidamento su ciò che sembra meritevole o sensato“, affermava Jane Austen. Nulla, d’altronde, è certo e per questo motivo è facile che si rimanga scontenti in diversi situazioni.
A partire dal posto di lavoro fino ad arrivare alle piccole esigenze personali, sono davvero molte le volte in cui si devono fare i conti con piccoli imprevisti.
Legge di bilancio 2023, le misure temporanee per evitare il ritorno della Legge Fornero
Lo scorso mese di settembre 2022 hanno avuto luogo le elezioni politiche che hanno decretato la vittoria del partito di Giorgia Meloni. Proprio il Governo guidato dal primo Premier donna ha il compito di mettere in atto delle misure volte a risollevare l’economia del nostro Paese. Già, ormai da anni, messo a dura prova dalle crisi passate e da quella ancora in corso.
Considerando che l’approvazione della Legge di Bilancio doveva avvenire entro la fine dell’anno passato, è facile evincere come effettivamente l’esecutivo abbia avuto poco tempo a disposizione per apportare delle modifiche al sistema pensionistico. Sono state comunque introdotte delle misure temporanee con l’intento di impedire il ritorno della Legge Fornero. Entrando nei dettagli, come si legge sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stato dato il via ad un:
“un nuovo schema di anticipo pensionistico per il 2023 che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica (quota 103). Per chi decide di restare a lavoro rifinanziato bonus Maroni che prevede una decontribuzione di circa il 10%. Prorogata per il 2023 Opzione donna con modifiche: in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. Opzione donna è riservata a particolari categorie: caregiver, invalide (invalidità superiore o uguale al 74%) e lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi”.
È inoltre confermata, per l’anno 2023, anche l’Ape Sociale a favore di coloro che svolgono lavori usuranti.
Scopri se sarai penalizzato dalla riforma pensioni 2024
Si attende che il governo si adoperi nel corso del 2023 per mettere in campo la tanto attesa riforma delle pensioni. Un compito non facile da assolvere. Questo soprattutto considerando che non vi sono le coperture sufficienti a soddisfare le esigenze di tutti i lavoratori prossimi alla pensione.
Proprio per questo motivo, a differenza delle aspettative, non si assisterà già a partire dal 2024 al passaggio a Quota 41 per tutti. Probabilmente il governo opterà per un’altra misura ponte, decidendo di estendere anche per il prossimo anno Quota 103. In alternativa in molti potrebbe uscire dal lavoro grazie a Quota 102 che permetterebbe di andare in pensione a 61 anni, a patto di aver maturato 41 anni di contributi.
In alternativa potrebbero avere la possibilità di andare in pensione grazie a Quota 41 coloro che svolgono lavori usuranti. Al momento comunque, è bene sottolineare, si tratta di ipotesi. Bisogna attendere prossime decisioni del Governo per capire come cambierà il sistema pensionistico italiano e chi sarà effettivamente penalizzato dalla riforma delle pensioni.