Il passaggio da Quota 100 (pensionamento con 38 anni di contributi e 62 anni di età) alla nuova Quota 102 (38 anni di contributi e 64 anni di età) ha costretto molti docenti ed altri appartenenti al comparto scuola a dover rimandare la domanda per l’uscita dal mondo del lavoro.
A questi si aggiungono coloro che hanno deciso di rimandare la domanda in quanto l’uscita anticipata significherebbe doversi accontentare di un assegno pensionistico mensile più basso rispetto a quello della pensione ordinaria.
Lo denuncia ANIEF (uno mei maggiori sindacati rappresentativi del settore).
Obiettivo è ape sociale per tutta la scuola
Le domande di pensionamento presentate quest’anno, tra docenti e personale ATA sono complessivamente pari a 34.090.
Il numero più alto di richieste è quello proveniente dalla Lombardia (con 3.437 domande di pensionamento presentate). Al secondo gradino la Campania (3.355) ed al terzo la Sicilia (2.383). Ultimo posto occupato dal Molise con 131 richieste.
Il sindacato ANIEF, comunque, continua a battersi, anche nella prossima riforma pensione, per un allargamento dell’Ape social, ossia il pensionamento anticipato a 63 anni (e 38 anni di contributi) per lavori usuranti. Dopo una lunga battaglia il sindacato è riuscito al far inserire l’insegnamento nella scuola primaria tra i lavori ammessi a questa forma di pensione anticipata con tagli minimi sull’importo dell’assegno mensile.
L’obiettivo ora è quello di far rientrare tra i lavori usuranti ammessi all’ape social anche l’insegnamento per la secondaria (primo e secondo grado) e per il comparto ATA.
ANIEF evidenzia come l’incidenza tumorale a fine carriere per i lavoratori della scuola sia molto più alta rispetto al latri settori del pubblico e privato.
Potrebbero anche interessarti: