Se abito all’estero e ho un libretto postale a chi mi devo rivolgere per prelevare i risparmi?

Nel caso in cui si abbia la residenza all'estero e un libretto postale italiano a chi ci si dovrà rivolgere per prelevare i risparmi?
2 anni fa
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Invalidità permanente Poste Assicura
Foto © Pixabay

Il libretto postale è da sempre molto amato dagli italiani. Il motivo è che per aprirlo non si paga nulla e nemmeno per la gestione. Non c’è infatti un canone mensile così come accade spesso per il conto corrente. Ovviamente la giacenza media annua (di tutti i libretti con la stessa intestazione) non deve superare i 5000 euro altrimenti si paga l’imposta di bollo annua. Essa è di 34,20 euro per le persone fisiche e di 100 euro per quelle giuridiche.

Può capitare che per ragioni di lavoro ci si rechi all’estero e si decida di restare lì.

In quel caso se si è comunque titolari di un libretto postale a chi bisogna rivolgersi per prelevare tutti i risparmi?

Se abito all’estero che succede?

Nel caso in cui si abiti all’estero e si detiene un libretto postale, per prelevare i propri risparmi è necessario recarsi all’Ambasciata o al Consolato del paese in cui si risiede. Bisognerà poi compilare e sottoscrivere un apposito modulo di “delega speciale per riscuotere buoni fruttiferi postali e libretti”. Il modulo, poi, compilato e firmato, dovrà essere autenticato anche dal Consolato o dall’Ambasciata e poi inviato a Poste.

Esattamente all’indirizzo: Poste Italiane S.p.A. – BancoPosta – Operazioni – Risparmio Investimenti – Via di Tor Pagnotta, 2 – 00143 Roma insieme con la fotocopia del proprio documento di identità in corso di validità e al codice fiscale.
Si legge nelle FAQ che Poste Italiane non appena effettuerà il rimborso del titolo, invierà l’importo all’intestatario del libretto mediante assegno vidimato non trasferibile oppure mediante bonifico estero con accredito sul conto corrente bancario. Sarà l’intestatario del libretto a decidere come preferisce ricevere il denaro, dovrà semplicemente comunicarlo nel modulo.

Cos’è l’assegno vidimato non trasferibile?

In generale, l’assegno vidimato non trasferibile è un assegno postale “tratto dal titolare di un conto corrente BancoPosta sul proprio conto corrente”.

Esso reca la firma di Poste Italiane che comprova l’acquisizione dei fondi. La riscossione di esso può avvenire a vista presso un qualsiasi ufficio postale anche se non si hanno rapporti continuativi. Ovviamente è necessario esibire un documento di identità in corso di validità. Per quanto riguarda il pagamento a vista esso può avvenire entro il termine massimo di due mesi indicato sul titolo al momento della vidimazione. Su di esso, c’è infatti una data stampata. Nel caso in cui si vada oltre questo termine, attenzione: Poste Italiane non pagherà nulla e non potrà rinnovare nemmeno il titolo. Ci si dovrà rivolgere, quindi, di nuovo al traente.

Per quanto riguarda, invece, l’assegno di pagamento estero esso è emesso da Poste con la clausola di non trasferibilità. Anche in questo caso il termine di validità è impresso a stampa sul titolo. Se tale termine scade, Poste non può fare nulla per cui ci si dovrà rivolgere al soggetto che ha disposto il trasferimento di fondi all’estero. L’assegno postale vidimato, ricordiamo, potrà essere anche versato su di un conto corrente postale/bancario.

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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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