Quando i figli dei genitori divorziati crescono e diventano adolescenti, una delle prime richieste a mamma e papà potrebbe essere quella del motorino. A chi spetta decidere se comprare o no il motorino. E, soprattutto, chi paga? Per rispondere alla seconda domande dobbiamo sostanzialmente cercare di capire se il motorino configura una spesa ordinaria o straordinaria.
Come distinguere le spese ordinarie da quelle straordinarie per i figli
La regola generale, infatti, che vale per tutti gli acquisti, non solo per il motorino al figlio, prevede che il genitore non collocatario versi un assegno mensile di mantenimento che coprirà la sua quota delle spese ordinarie al 50%, calcolato in modo forfettario.
Il punto è che la legge fornisce dei principi base per individuare e distinguere le spese ordinarie da quelle straordinarie ma non una lista precisa. Questo, come intuitivo, crea dubbi e contenziosi. Siamo del resto nell’ambito di coppie divorziate e non sempre, come la giurisprudenza insegna, i rapporti sono idilliaci. La domanda a cui devi cercare di rispondere per capire se una spesa è ordinaria o straordinaria è la seguente: “l’acquisto serve a coprire un bisogno quotidiano del minore?“. Per alcuni beni e servizi è facile rispondere: pensiamo ad abbigliamento, cibo, igiene personale etc. Sono invece considerate straordinarie le voci di spesa per extra quali corsi di lingua, visite mediche specialistiche etc.
L’acquisto del motorino è una spesa ordinaria o straordinaria?
Poi ci sono casi border line che possono generare dubbi: l’acquisto del motorino rientra tra le spese coperte dall’assegno di mantenimento oppure, come spesa straordinaria, va coperta a metà? Ebbene la giurisprudenza tende a propendere per questa seconda interpretazione (come confermano anche alcuni protocolli dei tribunali). In modo analogo, procedendo in questo senso, sarebbero considerate straordinarie tutte le spese collegate al motorino del figlio, quindi assicurazione, benzina, bollo etc.