Un reddito di cittadinanza europeo e non nazionale che si basi su quattro criteri fondamentali, ossia: universale, incondizionato, individuale e abbastanza alto.
Queste le richieste di Peppe Grillo che pochi giorni fa ha rilanciato la proposta invitando a chi non lo abbia ancora fatto a firmare per chiederlo ufficialmente all’Europa. L’obiettivo è quello di
stabilire l’introduzione di redditi di base incondizionati in tutta l’UE che garantiscano l’esistenza materiale di ogni persona e l’opportunità di partecipare alla società come parte della sua politica economica.
La raccolta delle firme è iniziata il 25 settembre 2020 e terminerà il 25 giugno 2022. Affinché la proposta finisca dinanzi alla Commissione Europea è necessario che si arrivi ad 1 milione di firme in tutta l’UE.
I quattro requisiti del reddito incondizionato
Si parla di reddito di base incondizionato (ECI-UBI), che può essere definito come un reddito di cittadinanza europeo basato su quattro criteri fondamentali, ossia:
- Universale (pagato a tutti, senza prova di mezzi)
- Individuale (pagato su base personale a ogni donna, uomo e bambino)
- Incondizionato (la sua erogazione non deve essere soggetta a nessuna condizione preliminare, come ad esempio l’obbligo di assumere un lavoro retribuito, di dimostrare la volontà di lavorare, di essere coinvolto nei servizi alla comunità, ecc.)
- Abbastanza alto (l’importo erogato deve garantire un tenore di vita dignitoso, che soddisfi gli standard sociali e culturali della società del paese interessato).
Il reddito di cittadinanza europeo sarà in contanti
L’obbiettivo, dunque, è quello di rendere, in tutta Europa (e attraverso il pagamento in contanti del reddito di base incondizionato) dignitosa la vita di coloro che vivono nella soglia di povertà. I beneficiari dovranno essere liberi di spendere l’importo come meglio credono in base a quelle che sono le proprie esigenze e quelle della propria famiglia (senza doversi preoccupare di come spendere e di essere soggetti ad eventuali controlli).
Il reddito di cittadinanza europeo dovrebbe essere almeno al di sopra del livello di rischio di povertà secondo gli standard dell’UE, che corrisponde al 60% del cosiddetto reddito medio nazionale equivalente.
Si tratta, come possiamo, notare di una proposta svincolata da qualsiasi condizione lavorativa che mira esclusivamente a dare sostegno a chi si trova in stato di difficoltà economica e, che a differenza del nostro reddito di cittadinanza, non sembra prevedere nessun percorso di (re)inserimento nel mondo del lavoro.
La raccolta firme va, intanto, avanti (sui sito dedicato https://it.eci-ubi.eu/) .