Quando e se la pensione minima nel 2022 non basta per sopravvivere, vediamo come rimediare. Ovverosia, ecco quando per i pensionati al di sotto del minimo spetta l’integrazione. Specie in questo periodo in corrispondenza del quale, a causa del caro energia, l’assegno INPS essendo troppo basso non copre nemmeno le spese per le bollette di luce e gas.
Nel dettaglio, se la pensione minima del 2022 non basta, allora si può chiedere all’INPS l’integrazione dell’assegno. Ma l’istanza non è mai approvata d’ufficio in quanto devono essere rispettati dei limiti di reddito.
Se la pensione minima del 2022 non basta per sopravvivere: ecco quando spetta l’integrazione
In particolare, se la pensione minima del 2022 non basta l’integrazione è possibile se, per tutti i redditi percepiti, non si supera la soglia dei 13.633,10 euro. Una soglia che è pari a due volte il trattamento annuo minimo.
Ma attenzione al fatto che se la pensione minima del 2022 non basta l’integrazione è possibile se si vive da soli. Rispettando la soglia sopra indicata. Altrimenti, se si vive con il coniuge, oltre alla soglia del reddito personale deve essere rispettata pure quella del reddito coniugale. La cui soglia è attualmente posizionata, proprio per il 2022, a 27.266,20 euro.
Ovverosia, quattro volte il trattamento minimo. E tutto questo, se la pensione minima non basta, vale a patto che il pensionato con assegno INPS basso abbia maturato anzianità contributiva prima del 1996. Ovverosia, prima dell’entrata in vigore della riforma Dini.
A quanto ammonta l’assegno INPS con l’integrazione al minimo
Se la pensione minima del 2022 non basta per sopravvivere, e se si rispettano i requisiti sopra indicati, allora a domanda l’integrazione dell’assegno si può ottenere. Fino a percepire così un massimo di 524,35 euro mensili. Che fanno 6.816,55 euro per un totale di 13 mensilità.