Il canone RAI ancora oggi continua ad essere riscosso dallo Stato mediante addebito diretto nella fattura dell’utenza elettrica residenziale.
L’addebito è di 9 euro mensili, da gennaio a ottobre (per chi riceve bolletta luce mensilmente) oppure 18 euro bimestrali, da gennaio a ottobre (per chi riceve la bolletta ogni due mesi). L’importo annuo dovuto, dunque, ammonta a 90 euro.
L’unico modo per sottrarsi al canone è quello di inviare all’Agenzia delle Entrate una dichiarazione sostitutiva di non detenzione, con cui, in pratica, il cittadino, dichiara che la famiglia in casa non possiede alcun apparecchio televisivo.
Canone RAI non pagato: il rischio è alto
Il canone RAI è a tutti gli effetti una tassa. Quindi, chi non paga è considerato a tutti gli effetti un evasore (tranne ovviamente nei casi di esenzione).
Per l’omesso pagamento del canone, l’Agenzia delle Entrate può effettuare i dovuti accertamenti ed irrogare le conseguenti sanzioni laddove il cittadino non sia in regola (vedi anche Canone RAI e bollo auto: come rispondere alla cartella di pagamento).
La sanzione per mancato versamento della tassa può arrivare fino a 6 volte l’importo del canone stesso. Ciò significa 6 volte 90 euro (540 euro).
C’è poi da considerare anche il caso di non veridicità di quanto eventualmente indicato nella dichiarazione sostitutiva di non detenzione. In questa ipotesi si applicano gli art. 75 e 76 del DPR n. 445 del 2000, ai sensi dei quali chiunque rilascia dichiarazioni non vere, forma atti falsi o ne fa uso è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia, nonché decade dai benefici eventualmente concessi.
Pertanto, evadere il canone RAI, al pari dell’evasione di qualsiasi altra tassa, comporta conseguenze poco piacevoli per i trasgressori.
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