“Assicurare un reddito minimo a tutti, o a un livello sotto cui nessuno scenda, quando non può provvedere a se stesso, non soltanto è una protezione assolutamente legittima contro rischi comuni a tutti, ma è un compito necessario della Grande Società (cioè dello Stato)“, affermava Friedrich von Hayek. Proprio questo sembra essere il concetto alla base del reddito di cittadinanza.
Quest’ultimo, infatti, è stato introdotto dal Movimento 5 Stelle con l’intento di offrire un supporto alle persone economicamente disagiate. Un intento indubbiamente nobile, che però si scontra con una triste realtà.
Legge di bilancio 2023: al via periodo transitorio per l’abolizione del sussidio
In base a quanto riportato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il DDL Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri prevede un:
“periodo transitorio verso l’abolizione del reddito di cittadinanza. Dal 1 gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. È inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, il beneficio del reddito decade come nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua. Il reddito di cittadinanza sarà abrogato il 1 gennaio 2024 e sarà sostituito da una nuova riforma”.
Se ti tolgono il reddito di cittadinanza puoi fare ricorso?
Ma è legale togliere il sussidio a chi già lo percepisce? Ebbene, la risposta è affermativa. Questo perché il Governo ha la facoltà di intervenire sulla durata di una legge anche quando la stessa è ancora in essere.
Ad avvalorare la tesi che non si tratti di un diritto acquisito, poi, si annovera il fatto che il reddito di cittadinanza è misura temporanea. Al momento, infatti, ha una durata pari a massimo 18 mesi rinnovabili. Il governo, pertanto, può legittimamente togliere il reddito di cittadinanza agli attuali percettori. Per questo motivo ne consegue che quest’ultimi non potranno fare alcun ricorso.