Al fine di mettersi in proprio, se un disoccupato apre la partita IVA deve poi restituire la Naspi? La domanda è d’obbligo. In quanto nel passaggio tra la scadenza di un contratto di lavoro, e l’avvio di un’attività di lavoro autonomo, bisogna fare davvero molta attenzione.
In altre parole, se un disoccupato apre la partita IVA occorre compiere sempre i giusti passi. Per evitare che poi l’INPS bussi alla nostra porta nel chiedere la restituzione delle somme che sono state riconosciute.
Una domanda. Se un disoccupato apre la partita IVA deve poi restituire la Naspi?
Solo dopo si può aprire la partita IVA al fine di iniziare un’attività di lavoro autonomo. E solo successivamente, inoltre, si può procedere alla richiesta dell’anticipo della Naspi residua. Senza che poi l’emissione delle fatture, se un disoccupato apre la partita IVA, faccia in alcun modo scattare la restituzione della Naspi.
E questo perché la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (Naspi) anticipata è una misura che è finalizzata proprio a promuovere. E ad incentivare l’autoimpiego. Se un disoccupato apre la partita IVA. C’è, infatti, solo un caso in corrispondenza del quale tutta la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (Naspi) corrisposta a titolo di anticipo deve essere restituita. Proprio all’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.
Si deve restituire la Naspi in questo caso, ecco quello che devi sapere
E questo avviene quando il percettore di Naspi dovesse accettare un contratto di lavoro dipendente. Proprio nel periodo di durata originaria della Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (Naspi). In tal caso, infatti, si dovrà inesorabilmente restituire tutta la Naspi corrisposta dall’INPS a titolo di anticipo.