Fino a qualche settimana fa, la proroga del bonus 200 euro anche per il mese di agosto sembrava ormai cosa certa. Ne parlavano praticamente tutti, anche alcuni ministri del governo dimissionario, a cominciare dal Luigi Di Maio, un tempo il volto del Movimento 5 Stelle.
Lo scenario politico, come ormai sappiamo, è mutato drasticamente in pochissimi giorni. Movimento 5 Stelle e i partiti di destra in maggioranza (Lega e Forza Italia) hanno inaspettatamente deciso di far concludere anticipatamente l’esperienza governativa di Mario Draghi.
In questi giorni si sarebbe dovuto approvare la legge di conversione del decreto Aiuti, il quale, fra gli altri, avrebbe dovuto prevedere anche la proroga del bonus 200 euro per i prossimi mesi.
Ad oggi, nulla si muove. Nonostante alcune piccole indiscrezioni, niente può ancora essere confermato.
L’attuale governi, infatti, rimarrà in carica fino alle prossime dimissioni per lo svolgimento di quelli che vengono definiti “affari correnti”. In altre parole, un esecutivo che può continuare a governare con le mani legate, soprattutto per quel che riguarda importanti misure come il contributo in argomento.
Il governo chi può rinnovare il bonus 200 euro?
Le dimissioni di Draghi sono arrivare in un momento davvero difficile per il nostro paese.
L’attuale esecutivo, ad ogni modo, rimarrà in carica per i dossier e gli “affari correnti”. Lo stesso dovrà varare nuove misure economiche per contrastare l’impennata dei prezzi dell’energia e delle materie. Impennata dei prezzi dovuta, principalmente, all’attuale conflitto in Ucraina.
Prima delle dimissioni presentate da Mario Draghi, era quasi dato per scontata la proroga del bonus 200 euro anche per il mese di agosto o settembre. Ma in molti si chiedono se una misura così costosa (circa 7 miliardi di euro) possa essere emanata da un governo dimissionario.
Secondo gli esperti, nulla lo vieterebbe. Soprattutto in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo, ma ovviamente deve esserci il consenso di un ‘ampia maggioranza parlamentare. Cosa non poi così scontata. Ad oggi, non trapela ancora alcuna informazione ufficiale, ma si starebbe pensando anche ad un piano B.
Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha proposto un’alternativa al bonus in argomento; ossia, il taglio dell’Iva sui prodotti di prima necessita.
Ovviamente, allo stato attuale si tratta di semplici indiscrezioni. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa vicenda.