La paura concreta dei giovani è di non percepire in futuro la pensione. Come canta Madame con il brano Il bene nel male: “Non sono nemmeno un dolce ricordo, a me è rimasto il rimpianto a te soltanto il rimorso. E ho paura di te, ho sempre avuto paura di te”.
Nessuna persona è invincibile o priva di sentimenti. Anzi, ognuno di noi prova delle emozioni e può, ad esempio, avere paura di qualcosa. Tra i timori più comuni si annovera l’incognita del futuro.
Non esiste, purtroppo, una sfera magica grazie alla quale sapere cosa accadrà e per questo è più che normale essere preoccupati per quello che ci riserverà il destino. Lo sanno bene i tanti giovani di oggi che nonostante si impegnino a studiare e lavorare rischiano di non poter accedere nemmeno alla pensione. Questo è quanto emerge dagli ultimi allarmanti dati Inps che aprono a uno scenario nefasto. Ecco cosa sta succedendo.
Senza pensione: la paura concreta dei giovani. Nuovi dati allarmanti
Nel corso di un question time alla Camera, dello scorso 17 luglio, il ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti ha affrontato il tema delle pensioni sottolineando come:
“Parliamo molto spesso in questa Aula di pensioni, sarebbe il caso di cominciare a parlare di quello che è il trend demografico del Paese: nessun sistema pensionistico è sostenibile in un quadro demografico come quello attuale“.
Stando gli ultimi dati, in effetti, il sistema pensionistico italiano non risulta sostenibile nel lungo periodo dal punto di vista economico. Alla base di questa situazione si annoverano diversi fattori, compreso appunto l’andamento demografico. In Italia, ricordiamo, le attuali pensioni sono finanziate dai contributi versati da coloro che lavorano oggi.
Quest’ultimi, a loro volta, percepiranno degli assegni che verranno finanziati da coloro che lavoreranno mentre loro saranno in pensione. Ne consegue che per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico è necessario che ci siano abbastanza lavoratori per finanziare i trattamenti corrisposti ai pensionati.
Partendo da questo presupposto è scattato l’allarme poiché si teme che i giovani di oggi possano in futuro restare senza pensione. Basti pensare che in base all’ultimo rapporto annuale dell’Inps pubblicato lo scorso settembre 2023, nel corso del 2022 l’istituto di previdenza ha provveduto ad erogare oltre 22 milioni di trattamenti pensionistici per ben 16,7 milioni di pensionati. Ognuno di questi può percepire più di una pensione, ad esempio da lavoro, invalidità o reversibilità. Il tutto a fronte di circa 23,8 milioni di occupati alla fine del medesimo anno.
I dati dell’ultimo rapporto annuale Inps
Già a oggi, quindi, il numero di lavoratori e pensionati è quasi uguale, rendendo pertanto difficile la sostenibilità del sistema. Entrando nei dettagli, come si evince dal rapporto annuale Inps prima citato:
“La gestione finanziaria di cassa evidenza un avanzo di circa 41 miliardi. L’Istituto gestisce più di 420 miliardi di euro di entrate, di cui oltre 256 miliardi sono le entrate contributive (con un incremento di 8 p.p. rispetto all’esercizio precedente) e 157 miliardi di trasferimenti pubblici affluiti tramite la Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali, gestione che ha la finalità di assicurare la copertura degli oneri di natura assistenziale o che trovano il loro finanziamento nella fiscalità generale”.
Entrando nei dettagli, l’Inps ottiene anche dallo Stato dei finanziamenti per pagare sia le pensioni assistenziali che quelle da lavoro. Una chiara dimostrazione di come il sistema non sia già in grado di sostenersi da solo e per questo motivo sia fondamentale attuare degli interventi ad hoc, volti a garantire la pensione anche in futuro.