Senza riforma, ecco come andremo in pensione nel 2024

Quali strade restano per andare in pensione senza riforma e con la fine di Quota 103. Cosa prevede il ritorno della Fornero.
2 anni fa
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La tanto attesa riforma pensioni non vedrà la luce né quest’anno né l’anno prossimo. Il DEF 2023, recentemente presentato dal governo, non contiene indicazioni in tal senso per cui non è in programma alcun cambiamento strutturale. Del resto il quadro economico e finanziario italiano non consente margini di manovra.

Cosa ci aspetta allora? Probabile qualche ritocco al sistema pensionistico attuale che sarà inserito nella legge di bilancio. Ma niente di più. Per il resto Quota 103 terminerà il 31 dicembre e si potrà così andare in pensione solo con le vie ordinarie previste dalla riforma Fornero.

Come si andrà in pensione nel 2024

Coi requisiti ordinari si può andare in pensione a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi. E’ previsto uno sconto di 4 mesi per ogni figlio (massimo 12 mesi) per le lavoratrici madri. Questa è la così detta pensione di vecchiaia. In alternativa si può accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Per le donne bastano 41 anni e 10 mesi.

Esiste anche la possibilità di andare in pensione anticipata a 64 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Questa opzione è, però, riservata solo ai contributivi puri che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995. Una strada molto stretta perché bisogna soddisfare anche un altro requisito di non poco conto. Cioè quello di conseguire una pensione pari ad almeno 2,8 l’importo dell’assegno sociale.

In alternativa si può uscire con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) a prescindere dall’età anagrafica. E’ questa la pensione anticipata che prevede però tempi di attesa di 3 mesi (finestra di uscita) dalla maturazione dei requisiti. Mesi che diventano 6 per i dipendenti pubblici.

Più flessibilità con Ape Sociale estesa

Particolare all’attuale assetto pensionistico sarà riservata ai sistemi di prepensionamento e ricambio generazionale. Problema che è amplificato dal calo demografico, ormai cronico, e che ha richiamato anche l’attenzione di Papa Francesco in occasione della celebrazione del 125 esimo anniversario della nascita dell’Inps.

Come dice il ministro del Lavoro Elvira Calderone bisognerà

verificare la sostenibilità di forme di anticipo pensionistico che non gravino unicamente sulla spesa pubblica, ma consentano un ciclo virtuoso fra lo Stato, i datori di lavoro e i lavoratori prossimi alla pensione”.

L’obiettivo è arrivare a forme di pensionamento anticipato più flessibile per chi è in difficoltà. Per rendere più flessibile la pensione ai lavoratori si sta pensando di allargare la platea dei lavoratori gravosi che possono beneficiare di Ape Sociale a partire da 63 anni.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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