Per arrivare a fine mese molti pensionati stanno erodendo velocemente i loro risparmi. Coloro, altrimenti, dovrebbero arrivare a fine mese contando sulla pensione minima, che non basta. Ma Coldiretti lancia l’allarme: il ritmo è incalzante e preoccupante. Continuando così ad autunno 2020 un pensionato su tre sarà senza un soldo da parte.
L’allarme è giunto in seguito ad una proiezione dell’UE delle cooperative (Uecoop) su dati Bankitalia che fa riferimento al crollo del Pil in Italia quest’anno (anche a causa del Covid), resa nota in occasione del consiglio direttivo dei pensionati di Coldiretti Puglia.
“In Puglia – ha spiegato il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – sono circa 210 mila pensionati dei lavoro autonomo – 63 mila coltivatori diretti, 73 mila artigiani ed altrettanti commercianti – con un’altissima percentuale di pensioni integrate al minimo che non superano i 515 euro al mese che stanno vivendo un momento di grande difficoltà, ma che, nonostante tutto, sono impegnati nel presidio territoriale nelle aree rurali dove sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà. Secondo i dati dell’analisi territoriale dell’Istat sui trattamenti pensionistici, esiste una disparità di trattamenti nelle aree rurali alla quale si aggiunge la carenza di servizi sociali che rende più complessa la vita degli anziani”.
Parliamo di beni di prima necessità: della spesa per i generi alimentati, del pagamento delle bollette etc. Gli interventi dovrebbero puntare a:
- eliminare ogni forma residua di discriminazione tra autonomi e dipendenti (anche in relazione agli assegni familiari);
- implementare e ottimizzare i servizi di welfare per gli anziani;
- sostenere le famiglie che accolgono disabili o anziani in casa.
Angelo Marseglia, presidente dei pensionati di Coldiretti Puglia ha messo in evidenza soprattutto l’esigenza di aiutare le famiglie e i pensionati che vivono nelle aree più remote e rurali della regione, ” in modo che le imprese agricole possano rappresentare una risorsa utile per rafforzare la rete di protezione nelle campagne e consentire una migliore qualità della vita nelle aree rurali, anche in un periodo difficile del post Covid“.
Sicuramente l’emergenza Coronavirus ha contribuito a complicare il quadro: “nei primi 6 mesi del 2020 sono cresciuti di un milione i nuovi poveri che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati e che hanno bisogno di aiuto per mangiare“. Non è un problema solo del Sud: anzi al Nord la povertà sta crescendo ad un ritmo maggiore che nel resto d’Italia con un aumento del 165%.