Sky sta uscendo con le ossa rotte dall’asta di Lega per l’aggiudicazione dei diritti TV della Serie A per il triennio 2021-2024. La scorsa settimana, il concorrente streaming DAZN l’ha spuntata per 840 milioni di euro, mettendo le mani su 7 partite a settimana in esclusiva, oltre alle rimanenti tre in condivisione. Ma non è tutto. Questo lunedì, la Lega ha respinto anche l’offerta di Comcast-Sky da 87,5 milioni per il pacchetto B, relativa proprio alle tre partite in condivisione con DAZN.
Diritti TV calcio Serie A, Sky rischia grosso e per salvarsi punta sulla fibra ottica
Per la prima volta dal 2003, il colosso satellitare rischia di rimanere senza una sola partita di calcio. E certamente non trasmetterà il pacchetto più ambito, dopo avere perso l’assegnazione anche dei diritti sulla Champions League, il cui streaming è andato a Mediaset. La Lega riformulerà il pacchetto B per renderlo più allettante agli operatori. L’obiettivo sarebbe di arrivare a un’offerta da 100 milioni, magari includendo una partita in chiaro a settimana, così da ingolosire particolarmente Mediaset. Ma Sky non demorde e annuncia ricorso contro l’assegnazione dei pacchetti A e C a DAZN, in quanto solo dopo l’assegnazione questa ha dichiarato di avere presentato l’offerta con il sostegno di TIM, operatore intento a tenere lontani dal nostro mercato i rivali della telefonia, ma anche colossi come Amazon.
La querelle giudiziaria rischia di avere ripercussioni negative sull’intero bando, perché se i diritti non fossero tutti assegnati entro luglio, se ne dovrebbe redigere un altro. A quel punto, potrebbero non esservi più i tempi tecnici per iniziare il prossimo campionato con i diritti già assegnati.
Sky a mani vuote dopo 18 anni
Lo scontro tra Lega e Sky va avanti da un anno, vale a dire da quando l’allora governo Conte impose la sospensione del campionato fino a parte dell’estate a seguito della pandemia. L’operatore rinviò il pagamento dell’ultima rata relativa al campionato 2019/2020 e avrebbe preteso uno sconto congruo per via dei danni accusati con il Covid. I club la spuntarono in tribunale e ottennero il pagamento integrale. Ma i rapporti si sono deteriorati irreparabilmente, anche perché Sky ha dimostrato vistosamente di non avere alcuna intenzione di investire sul calcio italiano cifre più alte rispetto alle precedenti aste.
Sky blocca i pagamenti dei diritti TV alla Serie A e il calcio italiano rischia il collasso
Adesso, più di 3 milioni di suoi abbonati al calcio si chiedono cosa fare. Va da sé che neppure nel caso in cui all’ultimo minuto l’operatore riuscisse a ottenere i diritti per le tre partite in condivisione e in contemporanea con DAZN, il pacchetto Sport avrebbe appeal. D’altra parte, il nuovo aggiudicatario dovrà vendere almeno 3,5 milioni di abbonamenti a 30 euro al mese per anche solo coprire il costo dei diritti rilevati. Non sarà un’operazione di poco conto, perché significherebbe più che raddoppiare la platea degli 1,6 milioni di abbonamenti che DAZN possedeva nel quarto trimestre dello scorso anno. Ma è anche vero che i tifosi non avrebbero più alcun motivo per tenersi l’abbonamento con Sky, a meno di voler seguire altri campionati e sport, per cui è credibile che grossa parte di quei 3 milioni si spostino a favore dell’operatore streaming.
La partita, tuttavia, non si chiude qui.