La possibilità di conferire delega a persona di fiducia per accedere ai servizi online dell’Agenzia delle Entrate non è una semplificazione. Anzi aumenta il rischio di alimentare ancora di più l’esercizio abusivo della professione e i casi di non fatturazione di prestazioni professionali.
È la denuncia lanciata dall’ANC (Associazione nazionale commercialisti) dopo il Provvedimento Agenzia Entrate del 17 aprile 2023. Un provvedimento con cui l’amministrazione finanziaria disciplina, appunto, la possibilità per i contribuenti di delegare persone di fiducia ad accedere per proprio conto ai servizi online, tra cui:
- Dichiarazione redditi precompilata
- Cassetto fiscale (ad eccezione della sezione in cui sono visibili le scelte “2, 5, 8 per mille”)
- Fatturazione elettronica
- Stampa modelli F24
- Pagamenti e ricevute pagoPA attivati dal portale dell’Agenzia
- Ricerca ricevute
- Ricerca identificativi dei file inviati
- Ricevute e altre comunicazioni dell’Agenzia
- Ricerca documenti
- Consultazioni visure, planimetrie e ispezioni ipotecarie dei propri immobili
- ecc.
Delega a persona di fiducia per i servizi del fisco: l’ANC non ci sta
Per persona di fiducia, nel caso in questione, si intende un soggetto diverso da persona che agisce nello svolgimento dell’attività professionale o impresa.
Quindi, ad esempio, il genitore che può delegare il figlio ad accedere al 730 precompilato. O il contribuente che può delegare un amico che non sia un commercialista. Tralasciando le modalità di conferimento della delega (per questo si rimanda al Provvedimento Agenzia Entrate 17 aprile 2023), la cosa non va giù ai commercialisti.
Una misura che di fatto rischia di regolamentare situazioni che invece dovrebbero essere oggetto di contrasto da parte dell’Amministrazione finanziaria quali l’esercizio abusivo della professione e irregolarità fiscali dovute alla non fatturazione di prestazioni professionali.
Il problema di fondo purtroppo diffuso in molti altri ambiti e non solo in quello fiscale, è credere che tutti siano in grado di fare tutto, indipendentemente da competenza e preparazione, quando invece la realtà dei fatti non è così, come sanno bene i cittadini contribuenti e le imprese che hanno a che fare ogni giorno con il sistema fiscale del paese, un rompicapo per gli stessi addetti ai lavori, dove la semplificazione è la grande assente.
Questo il duro comunicato ANC con cui si punta ancora una volta il dito contro l’Amministrazione finanziaria che, invece, di affidare il lavoro a professionisti non fa altro che continuare a “disintermediare”, permettendo a chiunque di cimentarsi in un settore (quello fiscale) dove sarebbero richieste competenze e capacità.