Il Governo in carica in Spagna aiuterà le aziende che introdurranno la settimana lavorativa breve attraverso dei benefici finanziari. La misura studiata dall’esecutivo guidato da Pedro Sanchez mira a ridurre il totale delle ore lavorative da 40 a 32 ore, passando da cinque a quattro giorni di lavoro in una settimana. Secondo le prime informazioni, verrà avviato un progetto sperimentale che sarà finanziato con un budget pari a 50 milioni di euro. Nelle ordine delle idee del Governo spagnolo, la misura andrebbe a diminuire il rischio di contagio e, di conseguenze, il numero di persone positive al coronavirus.
Dal Regno Unito arriva il plauso al Governo spagnolo
Tra i primi ad applaudire la scelta del Governo spagnolo è Joe Ryle, attivista del think tank Autonomy, che da anni chiede al governo inglese l’introduzione della settimana lavorativa breve. In un’intervista rilasciata al quotidiano The Independent, Ryle ha ricordato che molto spesso nei periodi di profonda crisi gli orari di lavoro più brevi hanno dato un contributo fondamentale per ridistribuire il lavoro e fronteggiare al meglio la situazione di emergenza.
In conclusione all’intervista, Joe Ryle ha invitato il primo ministro inglese Boris Johnson e gli altri governi nazionali a prendere esempio dalla Spagna come risposta forte e decisa contro la pandemia di coronavirus.
In Italia 420 mila persone non hanno più un’occupazione
Intanto, in Italia il mercato del lavoro crolla. Secondo gli ultimi dati Istat, rispetto a febbraio 2020 il numero di occupati è diminuito di 420 mila unità, mentre il tasso di disoccupazione è cresciuto (sono 150 mila in più rispetto allo stesso numero dello scorso anno. A questo proposito occorre sottolineare che quella dell’Istat è una stima preliminare e che sono dati riferiti al mese di dicembre dell’anno appena conclusosi. Su questi numeri pesa come un macigno la crisi economica causata dallo scoppio della pandemia, che in Italia ha già causato oltre 89 mila decessi.
Vedi anche: Smart working e fuga dalla città: quando scegliere tra carriera e luogo in cui vivere