“Chi non può permettersi di pagare l’affitto è in affitto. Chi può permettersi di pagare l’affitto è proprietario“, afferma Arthur Bloch ne “La Legge di Murphy”. Un umorismo che rispecchia a tutti gli effetti la realtà. Spesso, infatti, si incorre nell’errore di pensare che i proprietari di casa siano tutte persone super ricche. Nella realtà dei fatti, però, non è sempre così.
La maggior parte delle volte, infatti, si tratta di persone che fanno sacrifici nel corso di tutta la loro vita per pagare un mutuo, pur di avere una casa propria. Oppure, semplicemente, può capitare che la ricevano in eredità dal genitore o da un nonno.
A prescindere dalle modalità in cui si diventa proprietario di un immobile, è importante che nessuno possa avanzare qualche pretesa sullo stesso. In particolare, nel caso in cui si decida di affittarlo, è giusto che la normativa tuteli l’inquilino. Allo stesso tempo tale trattamento deve essere garantito anche al locatore.
Sfratto disabile: giusto tutelare l’inquilino con la 104 ma anche il proprietario
A proposito di agevolazioni, la Legge 104 del 5 febbraio 1992, così come riportato in Gazzetta Ufficiale, riconosce alle persone con disabilità e ai famigliari tutta una serie di benefici. Ma quest’ultimi sono validi anche se non paga il canone di affitto e pertanto sottoposto a sfratto? Ebbene, in linea generale non vi è alcuna disposizione che vieta di sfrattare un inquilino con legge 104. Questo perché si intende tutelare anche i proprietari di casa che, ovviamente, hanno diritto a vedersi pagare ogni mese il canone pattuito.
Sospensione per disabilità
In alternativa l’inquilino moroso può optare per delle soluzioni che permettono di ritardare il giorno dello sfratto. A tal fine il soggetto interessato può chiedere al giudice la sospensione per disabilità. Quest’ultima si presenta come una misura temporanea, volte a limitare il disagio abitativo.
È possibile richiedere la sospensione anche se nella famiglia vi è una persona con un’età superiore a 65 anni, un malato terminale o un disabile con invalidità civile superiore al 66%. Spetterà al giudice decidere se accettare o meno tale richiesta. In caso di esito positivo l’inquilino avrà 18 mesi di tempo per trovare un’altra sistemazione. Anche perché una persona disabile, prima di essere sfrattata, ha diritto a trovare una casa consona alle proprie condizioni di salute.