In diverse occasioni vi abbiamo parlato del fenomeno dei furbetti (o dei truffatori) del reddito di cittadinanza. Soggetti che, tramite alcuni sotterfugi, sono riusciti a percepire il sussidio pur non avendone diritto.
A quanto pare, in alcuni casi, sono state riscontrate delle irregolarità di altro tipo, e diametralmente opposte alle precedenti.
Secondo quanto denunciato dal segretario provinciale della Cgil di Avellino, Franco Fiordellisi, in alcuni comuni irpini si sono verificati degli illeciti. Si tratta, in particolare, di casi di “sfruttamento” dei percettori di reddito di cittadinanza durante lo svolgimento dei progetti utili alla collettività (PUC)”.
L’accaduto è stato reso noto dallo stesso Fiordilellisi, attraverso una lettera aperta pubblicata su alcuni siti di informazione locali. Vediamo meglio di cosa si tratta
Reddito di cittadinanza, percettori sfruttati dai comuni
Il segretario provinciale della Cgil di Avellino, Franco Fiordellisi, ha da poco denunciato alcuni casi di sfruttamento e condizioni scarse di sicurezza dei percettori di reddito di cittadinanza durante le ore di svolgimento di progetti utili alla collettività (PUC).
Con una lettera aperta pubblicata su alcuni siti di informazione locale, il segretario della Cgil ha segnalato alcuni abusi perpetrati proprio da alcuni comuni. Per il segretario, si sarebbero forzate le regole dei Puc, per disponibilità e attività da farsi da parte dei percettori di Rdc, minacciandoli di sospensione del sostegno.
Si tratta di vero e proprio lavoro nero, spiega Fiordellisi. Le ore di lavoro e attività dei percettori del sussidio, in molti casi, “sono del tutto fuori legge e regole”.
“Inoltre, ci sono rischi sia per i lavoratori che per l’ente che mal li utilizza. Immaginate se c’è un incidente a queste persone fuori dall’orario di legge previsto”.
“Le regole non vanno forzate, ma applicate. I precettori di Rdc non possono essere «schiavetti» che per timore, sbagliato, di perdere la piccola indennità del reddito accettano angherie e vessazioni, abbiamo una forma di capitanato che non possiamo accettare e denunciamo! Sapendo anche che in alcuni di questi enti vi sono lavoratori part time che non vengono passati a full time, abbiamo precari a partita iva, somministrati o cooperative, insomma siamo alla giungla contrattuale e legale nei settori pubblici”.