Prorogato lo sgravio contributi per i dipendenti fino a 35 mila euro di stipendio

Buste paga più pesanti per i lavoratori dipendenti con stipendi bassi. Come funziona lo sgravio contributi del 2%, chi ne ha diritto e per quanto tempo.
2 anni fa
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estratto contributivo
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Prosegue anche per il 2023 sgravio dei contributi per i lavoratori dipendenti. Il bonus riguarda la riduzione del 2% sui contributi IVS a carico dei lavoratori. Lo conferma l’Inps con la circolare n. 7 del 24 gennaio 2023 che recepisce le novità contenute della Legge di bilancio.

Più soldi in busta paga, quindi, per chi non supera i 35 mila euro di reddito all’anno. Lo sgravio sale al 3% per chi ha redditi non superiori a 25 mila euro (1.923 euro al mese). La misura è temporanea e scade a fine anno

Come funziona lo sgravio contributi al 2%

Nel dettaglio, la riduzione dei contributi riguarda tutti i rapporti di lavoro subordinato instaurati nel 2023 e parte dal 1 gennaio al 31 dicembre 2023.

La misura si unisce a quella per le assunzioni di donne svantaggiate nel corso dell’anno.

Il beneficio è applicato direttamente dal datore di lavoro alla busta paga e non comporta alcuna penalizzazione dal punto di vista previdenziale per l’assicurato (l’aliquota di computo per la previdenza obbligatoria resta invariata).

L’esonero dei contributi – spiega l’Inps – è riconosciuto solo sulla quota IVS a carico dei lavoratori, a condizione che la retribuzione imponibile – come detto – non superi i 2.692 euro al mese su tredici mensilità. Il bonus spetta anche sulla tredicesima che sarà pagata a dicembre.

Sono esclusi dall’esonero dal versamento contributi i datori di lavoro domestico. Per i quali il quadro normativo in vigore già prevede l’applicazione di aliquote previdenziali in misura ridotta rispetto all’aliquota contributiva ordinaria.

Effetto sulle pensioni

Come detto, la riduzione dell’aliquota dei contributi del 2 e 3 per cento da versare non avrà alcun effetto sull’importo delle pensioni future. L’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche (33% della retribuzione pensionabile) non subisce alcuna variazione.

Nello specifico, per i dipendenti del settore privato l’aliquota contributiva scende dal 9,19% al 7,19%. Per quelli del settore pubblico impiego, invece, scende dall’8,8% al 6,8%.

Il bonus cumulabile con eventuali altri incentivi applicabili nei limiti della contribuzione dovuta.

Come detto, lo sgravio dei contributi riguarda solo i lavoratori con una retribuzione mensile non superiore a 2.692 euro. Coloro che percepiscono stipendi più alti, anche solo di 1 euro, non beneficiano del bonus contributivo per il 2022.

Per effetto di tale sgravio che ricade sulla quota di contributi a carico dei lavoratori, la retribuzione netta disponibile, fermo restando l’imponibile previdenziale, subisce un leggero aumento nel corso dell’anno.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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