Ormai è risaputo che il lockdown non solo ha cambiato le abitudini delle persone ma ha spinto molte catene di negozi ad investire maggiormente nell’e-commerce. Esempi lampanti sono quelli di Zara e H&M, che hanno deciso di chiudere dei negozi per sfruttare maggiormente la piattaforma di shopping online e fare delle integrazioni con i punti vendita fisici.
Il caso Primark
Ma se i casi di alcune catene low cost sembra insegnare che il futuro è il commercio online o l’integrazione di nuove tecnologie per sfruttare il potenziale dell’e-commerce abbinato ai negozi fisici, ci sono alcune aziende che invece guardano con fiducia al commercio classico.
Prezzi ultra bassi
Il motivo è presto detto, i prezzi proposti da Primark sono estremamente bassi, si trovano magliette anche a 2 sterline; secondo un report di Abf, questo è possibile riducendo i costi pubblicitari “utilizzando al massimo le economie di scala tramite l’acquisto di grandi quantità di capi e adoperando un sistema di logistica efficiente” come riporta anche Business Insider.
In sostanza vendere online potrebbe costare di più alla catena perché tra spese di stoccaggio, marketing, spedizione, distribuzione, customer service e via dicendo, Primark potrebbe andrebbe a perdere per ogni cliente che fa un acquisto online fino a 2 sterline. Si è ad esempio ipotizzato che per un ordine di 33,30 sterline l’azienda ne perderebbe 2,10.
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