Lo short selling può anche essere “nudo”
L’operazione di riacquisto di un titolo si definisce in gergo anche “ricopertura tecnica”. Le ricoperture, quando avvengono in dimensioni tali da influire sui corsi, determinano spesso una risalita dei prezzi di uno strumento finanziario, che i non addetti ai lavori tendono a confondere a volte con un’inversione del trend del mercato. In realtà, accade semplicemente, che quando si concentrano in breve tempo acquisti per ricoprirsi, in relazione a un investimento “short” effettuato da una moltitudine di traders, per effetto della maggiore domanda il corso del titolo in oggetto sale, salvo ridiscendere successivamente.
Fin qui vi abbiamo mostrato come funziona lo
“short selling”, ossia la vendita allo scoperto di un titolo assistito dalla disponibilità materiale, per quanto attraverso un prestito. Ma questa operazione può realizzarsi anche in modalità “naked” o “nuda”, ovvero senza che l’investitore disponga degli strumenti finanziari ceduti, che acquisterà o si farà prestare anche un attimo prima della chiusura dell’operazione stessa. La vendita allo scoperto viene spesso demonizzata dalla stampa, specie quella non specialistica, che la ritiene un male, fonte di speculazione e di perdite per il mercato. In realtà, essa non rappresenta una novità dei nostri giorni, ma esiste da ben 400 anni e presenta alcuni benefici da non sottovalutare. Per prima cosa, consente al mercato di funzionare anche nelle fasi calanti. Immaginate che un titolo o un intero listino registri perdite. Se tutti scommettessero al rialzo, si avrebbe una paralisi; nessuno si muoverebbe e si creerebbe una situazione di illiquidità, di scambi refrattari e di perdite potenziali ancora più grosse.