Che fare con il franco svizzero se i fondi a leva hanno cambiato idea sulla valuta elvetica nel giro di appena una settimana? A dirlo sono i dati del Commodity Futures Trading Commission, secondo cui i contratti che puntano sul deprezzamento sono 1.537 netti dai 2.433 long di una settimana prima. In altre parole, gli investitori stavano scommettendo sul rialzo del franco svizzero fino a pochi giorni fa, salvo cambiare improvvisamente idea. Non è la prima volta che capita negli ultimi mesi.
Inflazione svizzera ben sotto il 2%
Per capire cosa stia accadendo è necessario guardare al dato sull’inflazione in Svizzera nel mese di gennaio. Calo dall’1,7% di dicembre all’1,3%, ai minimi da ottobre 2021. Il mercato si aspettava un dato annuale stabile. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2% contro lo 0,6% atteso. E il dato “core”, al netto di energia e generi alimentari, è sceso anch’esso dall’1,5% all’1,2%.
La Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha un target d’inflazione del 2%, così come le altre principali banche centrali. E al momento risulta l’unica tra le grandi a poter vantare di avere più che centrato l’obiettivo, tant’è che circola voce che il governatore Thomas Jordan non stia più sostenendo il franco svizzero sul mercato del cambio. Anzi, gli analisti scommettono su un taglio dei tassi di interesse già nel mese di marzo. Questi sono stati fissati all’1,75% nel giugno scorso e lasciati invariati ai successivi due board dell’istituto. La prossima riunione si terrà il 4 marzo, cioè tra tre settimane.
Cessato sostegno al cambio?
Con l’inflazione alle stelle in Occidente, la BNS lasciò apprezzare il franco svizzero per ridurre il costo dei beni importati, nonostante nel decennio precedente avesse definito il cambio “sopravvalutato” o “fortemente sopravvalutato”. Un cambio di strategia, oltre che di toni, che ha funzionato, se è vero che l’inflazione elvetica è salita solo fino a un massimo del 3,4%.
Ciò spiegherebbe il deprezzamento contro l’euro a 0,95 centesimi, pur restando nei paraggi dei massimi storici toccati a inizio anno a 0,93. A differenza della BNS, la Banca Centrale Europea (BCE) non potrebbe permettersi con assoluta certezza un taglio dei tassi immediato. L’inflazione nell’Eurozona resta sopra il target, al 2,8% a gennaio. E i capitali si spostano laddove intravedono tassi relativamente più alti per il prossimo futuro.
Franco svizzero è safe asset
Non dimenticate, tuttavia, che il franco svizzero è un “safe asset“ a differenza dell’euro. Nelle fase di tensioni internazionali tende a rafforzarsi. E se è vero che la BNS verosimilmente taglierà il costo del denaro per prima, d’altra parte i mercati prima o poi guarderanno più ai tassi reali che non a quelli nominali. Allo stato attuale, nell’Eurozona si mostrano positivi per l’1,70% contro lo 0,45% in Svizzera. Ma rispetto al dato di dicembre, la bilancia pende più a favore della BNS, che vanta un’inflazione in discesa con tassi stabili, mentre la BCE non può ancora dire del tutto lo stesso.