Si perdono 3 mesi di pensione per un comune errore del lavoratore, ecco perché

A volte per percepire la pensione una volta raggiunti i requisiti bisogna rispettare delle scadenze preventive e bisogna presentare domande molto anticipate.
2 anni fa
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Pensione lavori usuranti

Ad ogni lavoratore la sua pensione. Il sistema pensionistico italiano gestito dall’INPS ha notevoli differenze di misure, regole e provvedimenti, in base al soggetto interessato al pensionamento. Attività lavorativa, contribuzione versata ed età, sono questi i fattori determinanti che consentono di andare in pensione. Per esempio esiste una particolare misura destinata a determinati lavoratori che consente di uscire dal lavoro a partire daI 61 anni e 7 mesi di età. La misura è la pensione in regime usuranti, valida però anche per i lavoratori notturni.

La misura è assai particolare perché prevede degli adempimenti anticipati da effettuare. E senza adempiere a questi vincoli, il lavoratore perde mesi di pensione.

È il caso di un nostro lettore che si chiede il perché non ha ancora ricevuto risposta dall’INPS nonostante abbia completato i requisiti utili per sfruttare l’uscita. “Ho compiuto già 62 anni di età, ed ho presentato regolarmente domanda di pensione regime usuranti. Dai miei calcoli la decorrenza della mia prestazione doveva essere luglio 2022 ma invece pare che tutto slitterà alla fine dell’anno. Ciò che mi domando è il perché l’INPS ancora non mi risponde. Sono preoccupato anche perché sicuro dei miei requisiti, ho già lasciato il lavoro.”

La domanda di pensione per gli usuranti

Purtroppo il nostro lettore potrebbe aver commesso un piccolo ma importante errore che però non mette a repentaglio il diritto alla pensione, ma la sua decorrenza. La misura prescelta per il pensionamento, cioè la pensione regime usuranti è una misura assai particolare. Infatti ha un adempimento preventivo fondamentale per poter completare la procedura di pensionamento come la normativa prevede. In assenza di questo adempimento preventivo, la pensione slitta come decorrenza e in altri termini, il lavoratore perde mensilità di pensione. La prestazione si c’entra al compimento di 61,7 anni di età e 35 anni di contribuzione versata. Va detto però che sulla misura grava un requisito aggiuntivo che è quello della quota 97,6.

In pratica bisogna anche completare la quota per poter andare in pensione. E come sempre per le quote valgono anche le frazioni di anno e quindi i mesi di lavoro o di età successivi alle due soglie minime prima citate. Dando per scontato che il nostro direttore ha completato tutti e tre questi requisiti, probabilmente il problema che si è manifestato per la sua domanda di pensionamento è senza dubbio l’adempimento preventivo che evidentemente il lettore ha fatto in ritardo.

La domanda di certificazione del diritto alla pensione

Le normative che riguardano questa tipologia di prestazione INPS sono assai rigide. Infatti occorre presentare la domanda di certificazione del diritto alla pensione in regime usuranti entro il mese di maggio dell’anno precedente quello in cui si completano i requisiti. In pratica per quanti completavano 61,7 anni di età, 35 anni di contribuzione versata e quota al 97/6 nel 2023, la domanda di certificazione del diritto, andava presentata all’INPS entro il mese di maggio del 2021. Per domande presentate dopo il mese di maggi del 2021. Per domande presentate dopo il mese di maggio infatti si perdono fino a tre mesi di pensione. In pratica la decorrenza stabilita dalle normative diventa solo teorica in quanto il ritardo nella presentazione dell’istanza propedeutica a quella di pensionamento fa slittare la decorrenza. Per domande presentate entro i primi 30 giorni dalla scadenza del mese di maggio dell’anno precedente, si perde un mese di prestazione. Per domande presentate entro i 60 giorni invece si perdono due mesi mentre se ne perdono tre se la domanda è ancora più in ritardo.

Anche le risorse incidono

Quindi il nostro lettore probabilmente ha presentato la domanda di certificazione del diritto diversi mesi dopo il mese di maggio 2021. In questo caso nonostante la decorrenza della prestazione doveva essere luglio 2022, tutto slitta quantomeno ad ottobre 2022.

Usiamo il condizionale anche perché per domande presentate in ritardo c’è un altro limite imposto dalle normative vigenti. Infatti la pensione usuranti è finanziata ogni anno con dei fondi che non sono illimitati. La misura è fino ad esaurimento risorse e quindi l’INPS prima di liquidare le ultime domande di pensionamento, verifica prima la disponibilità di risorse residue. Va ha detto che questo calcolo lo fa una particolare commissione dell’INPS che si riunisce a Roma in genere ad ottobre di ogni anno. Prima di ottobre quindi, nessuna liquidazione per dpomande presentate in ritardo.

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