Pagare le tasse con le Criptovalute è possibile? In alcune parti del mondo sì. E’ il caso del Brasile, in particolare nella città di Curitiba, capitale dello stato del Paraná, un pari ruolo di un assessore comunale in Italia, ha proposto di dare la possibilità ai cittadini di pagare le tasse con le cripto.
La proposta è stata accettata e non è escluso che da qui a poco tempo, la novità venga estesa anche al altre città del Brasile. In realtà, in diverse parti del mondo, si stava valutando tale possibilità, visto che c’è da dire che in molte aziende europee e non, è già possibile scegliere se farsi pagare lo stipendio in valuta virtuale o tradizionale.
La tassazione delle criptovalute. Un cenno
L’Agenzia delle entrate si è soffermata sulla corretta tassazione delle cripto in alcuni documenti di prassi: la risoluzione n°76/2016, la risposta n°778/2021 nonché di recente con la risposta n° 437/2022.
Le cessioni a termine di valute virtuali rilevano sempre fiscalmente. Le cessioni a pronti (scambio contestuale di una valuta contro una valuta differente) di valuta virtuale non danno origine a redditi imponibili. Questo perché manca la finalità speculativa. Tuttavia si genera un reddito diverso qualora la valuta ceduta derivi da prelievi da portafogli elettronici (wallet), per i quali la giacenza media superi un controvalore di euro 51.645,69. Tale giacenza deve essere verificata per almeno sette giorni lavorativi continui nel periodo d’imposta.
La suddetta soglia va calcolata secondo il cambio di riferimento all’inizio del periodo di imposta. Dunque, al 1° gennaio dell’anno in cui si verifica il presupposto di tassazione (cfr. circolare 24 giugno 1998, n. 165). Il contribuente può utilizzare il rapporto di cambio al 1° gennaio rilevato sul sito dove ha acquistato la cripto o, in mancanza, quello rilevato sul sito dove effettua la maggior parte delle operazioni.
Detta giacenza media va verificata rispetto all’insieme dei wallet detenuti dal contribuente indipendentemente dalla tipologia dei wallet (paper, hardware, desktop, mobile, web).
Le cripto vanno inserite in dichiarazione dei redditi.
Attenzione, il reddito diverso generato dalla gestione dei bitcoin, ossia le plusvalenze devono essere indicate nel quadro RT del modello Redditi. Le stesse saranno soggette a un’imposta sostitutiva del 26%.
Si possono pagare le tasse con le criptovalute?
In premessa abbiamo accennato al fatto che in Brasile è possibile pagare le tasse e i tributi anche con le cripto. Noi di Investire Oggi riteniamo che, da qui ai prossimi mesi, anche in Italia potrebbero esserci delle iniziative in tal senso.
Intanto, c’è un disegno di legge già depositato al Senato che prevede di regolare le cripto con norme specifiche sia sul monitoraggio fiscale sia sulla tassazione. Tuttavia, con il nuovo Governo non si sa ancora che fine farà questo disegno di legge.
Non rimane che attendere qualche settimana prima di poter conoscere qualcosa di nuovo in merito.