Che mondo sarebbe senza sigarette? Non è forse la domanda più gettonata tra le masse in questo preciso momento storico, in cui la mente è occupata da ben altri pensieri, ma non è detto che, dopo la fine della pandemia, non possa diventare uno dei temi più dibattuti a livello internazionale. Di sicuro, sarà una questione importante, di cui si parlerà, anche perché le ultime ipotesi messe in campo propendono più per la via definitiva che il campo dell’ignoto. Ma quindi non si fumerà più? Non esattamente.
Smoking-free, Italia fa da apripista
A offrire lo spunto per il nostro articolo sono le ultime dichiarazioni rilasciate dall’amministratore delegato di Philip Morris André Calantzopoulos, attraverso cui è stato profetizzato il classico punto di non ritorno per le “bionde”: entro il 2025, queste sono le previsioni del Ceo di Philip Morris, qualcosa come 40 milioni di fumatori (adulti si intende) si convertirà dal tabacco tradizionale a quello riscaldato. In poche parole, anziché i pacchetti di sigarette andranno per la maggiore le e-cig, le sigarette elettroniche.
Addio alle sigarette
L’obiettivo di Calantzopoulos appare chiare quando afferma che “saremo (in nome dell’azienda Philip Morris) estremamente felici se non venderemo più sigarette un giorno”. Non deve dunque stupire nemmeno che il sistema IQOS ha permesso a Philip Morris di diventare un modello di riferimento modello nel settore dei prodotti alternativi al fumo.
In tutto questo, l’Italia ha tutte le carte in regole per fare da apripista. Il motivo è semplice: il nostro Paese è il primo tra le nazioni Ocse per numerosi di non fumatori che oggi utilizzano la sigaretta elettronica.
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