Non sempre è un successo
Fare campagna pubblicitaria sui siti porno porterebbe mediamente 10 volte più visite di utilizzare come canali Google o Facebook, ma a un decimo del costo. In sostanza, si spende molto e si raggiunge una clientela sterminata, anche se di un certo target. Il successo di Diesel è stato reso possibile, ad esempio, anche dal fatto di avere come acquirenti, in particolare, uomini, che sono anche di gran lunga i visitatori più numerosi di siti porno. Il caso di Zomato, invece, ha dimostrato l’esatto contrario, ovvero che la strategia potrebbe non pagare.
Occhio a immagine brand e a target clientela
Da questi casi opposti si desume che il fare o non fare pubblicità sui siti porno dipende dal tipo di immagine di cui si gode. Un brand per la famiglia non potrebbe utilizzare una simile opzione, rischiando di rovinare, di svalutare il proprio marchio. Più facile, invece, sarebbe farlo per una società nuova, che non solo non avrebbe nulla da perdere, ma potrebbe utilizzare una campagna online sui siti porno per fare parlare di sé, creare curiosità e attirare l’attenzione del mercato. Gli analisti sembrano concordi nel ritenere che ancora per alcuni anni non dovremmo assistere a una corsa verso il segmento hard presente online per pubblicizzare il proprio prodotto. Tuttavia, l’interesse è crescente ed è molto allettante il rapporto tra i costi e il pubblico raggiunto con l’investimento.