“Alcune persone usano metà della loro ingegnosità per mettersi nei debiti, e l’altra metà per evitare di pagarli“, affermava George Dennison Prentice. Parole che sembrano calzare a pennello con i debiti dei contribuenti nei confronti del Fisco. Se un cittadino non riesce ad adempiere ai propri obblighi nei confronti dello Stato, ad esempio, può chiedere di effettuare il pagamento a rate.
A tal proposito la stessa Agenzia delle Entrate ha fornito delucidazioni su come compilare il modulo per aderire alla pace fiscale. In base a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2023, inoltre, c’è chi potrà beneficiare della cancellazione delle cartelle esattoriali, di una sanatoria per le dichiarazioni dei redditi o addirittura pagare i debiti rottamati in cinque anni.
Small, Medium o Large: le tre taglie di rottamazione
Tante famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese, finendo così per accumulare anche debiti con il Fisco. Quest’ultimo, a sua volta, deve prima o poi battere cassa. Considerando il periodo storico particolarmente difficile in cui ci ritroviamo a vivere, però, il governo intende venire incontro alle esigenze delle famiglie italiane maggiormente colpite dalla crisi economica in atto.
A tal fine l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è pronto ad una nuova tregua fiscale. Entrando nei dettagli, come si evince dal sito del Mef, grazie alla nuova legge di Bilancio è prevista la cancellazione delle cartelle fino al 2015 con importo inferiore a mille euro. È possibile, inoltre, chiedere la rateizzazione, fino a cinque anni, per i pagamenti fiscali non effettuati nel 2022. Il tutto senza aggravio di sanzioni e interessi.
Sanatoria per le dichiarazioni dei redditi
Proprio la cancellazione e rateizzazione dei debiti sono le taglie small e large di rottamazione a cui si potrà accedere il prossimo anno.
“Prima delle cartelle, partiamo dalle dichiarazioni. Ci sono tanti contribuenti che nei modelli di denuncia dei redditi tra il 2019 e il 2021 hanno dichiarato tutto, ma poi non sono riusciti a versare le imposte dovute. Ad esempio, a causa del Covid. E allora noi diamo la possibilità di saldare il debito col fisco in cinque anni e con una sanzione del 3%”.
Ci sono poi coloro che hanno evaso perché hanno dichiarato meno del dovuto. In questo caso, se il Fisco non ha ancora contestato l’evasione, il soggetto interessato può optare per il ravvedimento operoso allungato. Ovvero è possibile pagare in due anni, anziché uno, con una sanzione ridotta al 5%. Se l’evasione è stata contestata, invece, è possibile pagare a rate, in cinque anni, sempre con una sanzione del 5%. Oppure, come spiegato sempre da Maurizio Leo, se il contribuente ritiene “che il fisco sia in errore, può ricorrere all’accertamento con adesione, apre cioè una trattativa col fisco per ridurre l’importo dovuto“.