Smart working alle Hawaii: viaggio pagato a chi si trasferisce per il lockdown

Smart working alle Hawaii, come funziona il progetto per lavorare da remoto su queste isole.
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4 anni fa
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Case vacanze

Ormai lo smart working è una realtà mondiale che ha visto il boom durante la pandemia di coronavirus, diventando la normalità. Negli ultimi mesi sono nate molte idee per mixare lavoro e vacanza, come il pacchetto pensato da un resort delle Maldive per vivere qualche mese lontano dal caos e lavorare o le Barbados, che ugualmente avevano messo a punto un progetto con visto incluso per trasferirsi in queste isole e lavorare per qualche mese da remoto. 

Le Hawaii e lo smart working da sogno

Ora è la volta delle Hawaii, che ha avuto un’idea simile e ha proposto, a chi ha un visto di lavoro, di trasferirsi in queste bellissime isole per lavorare da remoto e, ovviamente, unire l’utile al dilettevole ossia scoprire le meraviglie delle Hawaii.

Gli interessati che vogliono cogliere questa opportunità, avranno modo di avere il viaggio gratuito alle Hawaii, soggiornare in hotel a prezzi molto scontati e avere anche spazi di co-working per lavorare e opportunità per costruire una rete sociale. Ovviamente, lo scopo è quello di promuovere il lavoro da remoto e quindi non solo vivere da turisti ma darsi da fare. Il progetto si chiama Movers and Shakas e per adesso solo gli americani possono usufruirne ma pare che l’intenzione sia quella di estendere questa possibilità a tutti coloro che hanno un visto di lavoro in Usa. 

Come funziona

La prima tranche di candidature sarà valida fino al 15 dicembre, per potersi candidare basta avere più di 18 anni, la cittadinanza americana o aver già avuto la residenza alle Hawaii. In seguito i partecipanti potranno trasferirsi per un mese su queste isole e dedicare alcune ore a settimana ad un’organizzazione no-profit. A commentare l’iniziativa è stato alla Cnn, Jason Higa, ideatore del progetto: “Movers and Shakas è un piccolo passo verso la ripresa economica e la diversificazione della nostra economia.

La pandemia ha normalizzato il lavoro a distanza per il prossimo futuro, quindi riteniamo che questa situazione rappresenti un’opportunità per i residenti di tornare a casa e per i professionisti fuori dallo stato di vivere l’esperienza delle Hawaii, non come turisti, ma come membri della nostra comunità”. Ora resta da capire se anche per altri cittadini non solo americani sarà possibile usufruirne. 

Vedi anche: Smart working in Islanda: ingresso libero per 6 mesi, ma solo se guadagni tanto

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